Il ritorno dei cloni?

Psystar, semi-sconosciuta azienda di Miami, ha annunciato l’imminente immissione sul mercato di calcolatori compatibili con il sistema operativo Mac OS X.
I sistemi utilizzano componenti compatibili con Leopard e, per consentire l’installazione, viene utilizzato un emulatore dell’EFI dei Mac Intel.

Il prodotto di “punta”, chiamato OpenMac, è un calcolatore dotato di processore Intel Core2Duo da 2,2GHz, scheda grafica Intel GMA (ma upgradabile con prodotti ATI ed NVIDIA), masterizzatore DVD e disco rigido da 250Gb.

Ad un prezzo di 99, OpenMac è una alternativa competitiva al Mac mini: un prodotto low-cost dalla prestazioni superiori ma dal design assolutamente non paragonabile. Il case, infatti, è un tradizionale tower, come potete ben vedere dalla foto qui sopra.

Certamente si tratta prodotto interessante, che farà parlare di sé: bisognerà vedere quali misure prenderà Cupertino, essendo l’installazione di Mac OS X su hardware non Apple assolutamente vietata dalla EULA.
Il rapporto di Steve Jobs con i cloni Mac, poi, non è mai stato buono: l’esperienza della concessione in licenza di MacOS, avviata dalla precedente gestione a metà degli anni ’90, fu bruscamente e unilateralmente interrotta nel 1997. Questa fu una delle prime misure prese dall’iCEO dopo il suo ritorno alla guida di Cupertino: il modello di business della concessione in licenza era considerato penalizzante per l’immagine ed economicamente svantaggioso, tanto che Apple si sobbarcò diverse cause legali (sfociate in risarcimenti milionari) con le aziende licenziatarie, Motorola e UMAX soprattutto.

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