Mediaset diffida VCast

Molti di voi conosceranno il sito Vcast, con il suo comodissimo servizio Faucet PVR. Questa applicazione web ci permette di “settare” un videoregistratore virtuale, che registra i canali in chiaro (principalmente Rai, Mediaset e La7-Mtv). Le trasmissioni così registrare possono essere scaricate automaticamente sul nostro computer, come podcast già in formato iPod o Apple Tv.

Non comodo, di più. A mio parere anche legale (o almeno dovrebbe diventarlo): il materiale diffuso è della tv gratuita (prima dell’iscrizione Faucet chiede un’autocertificazione di pagamento del canone), in fondo questa tecnologia sostituisce semplicemente la pratica desueta del nastro. La notizia, se si può chiamare così, è che Mediaset non è d’accordo. Il gruppo televisivo ha diffidato i ragazzi di VCast dall’utilizzo delle sue trasmissioni, e per tutelarsi il servizio ha bloccato le nuove registrazioni su questi canali.

Iniziamo a parlare un pochino di leggi: l’articolo 71 della legge sul diritto d’autore dovrebbe dare ragione a VCast, anche perché le trasmissioni registrate sono ad uso personale, ogni utente ha un suo feed.

Smettiamola di parlare di leggi e parliamo di innovazione: questo è solo l’ennesimo indice di timore che i vecchi media italiani hanno nei confronti di una tecnologia più potente, in grado però di veicolare i loro contenuti (e i numerosi inserti pubblicitari immessi). Questo non significa che Mediaset non possa sfruttare commercialmente i suoi prodotti, come fa già con il suo store digitale nato “curiosamente” poche settimane prima della denuncia a VCast. La differenza è, semplicemente, che il materiale venduto è migliore rispetto a quello gratuito. Il primo non contiene pubblicità, quindi merita altre forme di finanziamento. Il secondo la pubblicità se la tiene, tutta. Basta guardare all’estero per vedere come si diffondano servizi di registrazione integrati con il computer, e come i distributori anche più potenti stiano sperimentando la distribuzione gratuita dei contenuti con pubblicità.

Questa diffida, senza mediazione, è solo l’ennesimo passo falso tutto italiano.

Curioso che proprio Mediaset, che a certi nastri ha dovuto le ragioni del suo primo successo, ora voglia boicottare un erede del VHS. Per sostenere VCast è stata attivata una petizione on-line. I ragazzi chiedono l’invio delle email di sostegno ad un loro indirizzo (diffidamedia@vcast.it) oppure a Mediaset (mediaset@mediaset.it), inviando loro una copia per conoscenza.

[Grazie Kiro!]

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