Auto Warehousing Co. : storia di uno switch


Parlavamo nei giorni passati delle difficoltà e delle possibilità per Apple di riuscire ad incrementare ulteriormente la sua quota di mercato nel mondo computer; avevamo notato come uno dei deterrenti maggiori era quello che era stato chiamato “le barriere delle grandi società”, ovvero la difficoltà di riuscire ad effettuare lo switch in società di grandi dimensioni, per via della complessità che uno switch del genere presenta.
Un articolo apparso su computerworld riporta un “case study” di una grande società americana, la Auto Warehousing Co., la più grande società di servizi per auto del
Nord America; solo per dare un’idea delle dimensioni della AWC, e quindi della complessità della sua infrastruttura IT, si tratta di 23 sedi negli Stati Uniti e in Canada, con un volume di macchine di 5,5 milioni l’anno.
Ebbene, AWC nei prossimi 60 giorni inizierà a dismettere i suoi PC Windows per sostituirli con dei Mac, che eseguiranno “virtualmente” tutte le operazioni necessarie alla continuazione del business della società.
“Non è un caso di punizione inflitta a Microsoft” ha dichiarato Frantz, CIO della AWC, riferendosi ad un contrasto avuto con la società di Redmond nel 2006 relativo a softeware che la AWC avrebbe utilizzato senza licenza, “ ma un nuovo programma strategico di tecnologia di impresa di AWC, risultato diretto di uno studio attento che indica che l’azienda può tagliare i costi, aumentare l’affidabilità del sistema e la sicurezza effettuando il porting di una parte importante dell’infrastruttura IT verso la piattaforma Apple.”

Per Apple, che ha scelto di non commentare questa storia, è un segnale importante che le dà la possibilità di entrare in un mondo dominato da Microsoft come quello dell’industria automobilistica.

“Nel mondo dei mainstream, grandi piattaforme, non abbiamo mai visto molti prodotti Apple in campo automobilstico- sostiene Michael Silver, analista di Gartner – Apple è ancora poco diffuso in tali campi, mentre è molto presente nelle soluzioni multimediali e nelle comunità scientifiche.”

La metodologia scelta

Il piano di porting di AWC, che sarà annnunciato in un meeting per i dirigenti il 29 Luglio, prevede anche il mantenimento di alcune tecnologie Microsoft.
Il principale software di gestione di AWC, chiamato VIPS (Vehicle Inventory Processing System) continuerà ad appoggiarsi ad esempio su Microsoft SQL Server, definito da Frantz “un prodotto molto solido”.
Ma funzionalità dopo funzionalità, AWC riscriverà tutto il software client di VIPS in Java 6.0, per renderlo indipendente dalla piattaforma e poterlo così utilizzare anche sui Mac; attualmente VIPS gira lato client su Windows XP, e AWC ha dichiarato ovviamente, visto il porting verso OSX, che non eseguirà il supporto per Vista.

Per poter però effettuare il porting del client VIPS su Java sono stati stimati dai 12 ai 18 mesi per la riscrittura del codice e il suo testing e delivery; non volendo aspettare tutto questo tempo per il passaggio alla piattaforma Mac, AWC nel mentre continuerà ad utilizzare VIPS sul mac sfruttando, tramite Parallels, l’ambiente Windows virtualizzato.

Lo staff IT di AWC ha testato l’integrazione dei Mac nella loro rete Windows nei passati 4 mesi; “abbiamo iniziato la nostra sperimentazione per il passaggio ai Mac indipendentemente da Apple – spiega Frantz- abbiamo comprato alcune macchine Apple e provato a vedere da soli come funzionavano nella nostra infrastruttura esistente.”

A fine Febbrazio Frantz diede un MacBook Pro ad un suo programmatore/analista senior con alcune direttive molto semplici: “Usalo per trenta giorni, e se poi non ti soddisfa me lo ridai indietro”. Mullen, questo il nome del programmatore, interpellato sull’argomento racconta “non ho mai ridato indietro il porttatile Apple, ed ho incominciato, terminati i trenta giorni, a chiedere un Desktop Apple”.
Mullen ha anche sperimentato Linux come OS alternativo a Windows: “Ho portato il mio desktop da Vista a SUSE Linuxm usando così il MacBook Pro come portatile e il SUSE come macchina Desktop principale, per provare l’interazione fra i due.”

Alla fine, a detta di Frantz, la stabilità del sistema e il supporto disponibile sono stati i fattori chiave delle decisioni prese.

Dubbi sulle licenze Microsoft sono sorti per l’ambiente virtuale utilizzato nella fase di transizione; “Stiamo utilizzando una copia di XP, ed anche se questo avviene in ambiente virtuale, è giusto pagare la licenza a Microsoft ” riconosce Frantz, che però aggiunge: “Come deve essere trattato l’ambiente virtuale a livello di licenze?”

Una soluzione potenziale potrebbe essere quella di comperare licenze OEM per Windows XP; questo dovrebbe permettere ad AWC di utilizzare Windows in maniera legale su un ambiente virtuale sul Mac, in accordo con il Microsoft OEM System Builder License di Windows XP Professional, come spiega Frantz, che ha anche dichiarato di aver chiamato Microsfot più volte in maggio per avere chiarimenti sulla questione licenze ma che ad oggi non ha ancora ricevuto alcuna risposta.

Microsoft, dopo varie richieste di chiarimenti, ha indicato come riferimento il suo sito web all’indirizzo www.microsoftvolumelicensing.com, affermando inoltre, attraverso l’ufficio stampa, che “in Microsoft abbiamo rivalutato la politica di virtualizzazione di Windows ed abbiamo deciso che manterremo la politica originale annunciata l’autunno scorso.”

Il ROI

Come affermato da Silver, analista di Gartner, uno degli aspetti meno chiari di questo switch è il ritorno di investimento che AWC può prevedre nel passaggio da i PC Windows alla piattaforma Mac e a OSX. “Sono scettico riguardo il ROI ed il costo finale dell’operazione di AWC – sostiene Silver -Windows in esecuzione virtuale su di un Mac è la maniera più costosa per utilizzare Windows; occorre infatti acquistare Parallels, maggiore memoria e una licenza valida di Windows XP.”

Secca la risposta di Frantz: “La nostra è una scelta strategica per il futuro. Se consideriamo il ritorno dell’investimento nell’eventuale upgrade a Vista, non avremmo avuto alcun ritrono diretto se non continuare il nostro business come abbiamo sempre fatto. Investendo nella piattaforma Apple acquisiamo funzionalità addizionali che ad oggi non abbiamo.”

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