La fotocamera a 3 lenti di iPhone 11 Pro può causare tripofobia

La particolare configurazione della fotocamera posteriore a 3 lenti di iPhone 11 Pro può attivare, nei soggetti predisposti, un attacco di tripofobia. È la paura dei buchi.
La particolare configurazione della fotocamera posteriore a 3 lenti di iPhone 11 Pro può attivare, nei soggetti predisposti, un attacco di tripofobia. È la paura dei buchi.

Guardate l’immagine in cima al post; se vi dà fastidio o vi causa malessere, probabilmente siete affetti da tripofobia, cioè la fobia di gruppi irregolari di piccoli fori contigui o protuberanze. E dunque, iPhone 11 Pro non fa decisamente per voi.

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La famiglia Pro di iPhone 11 possiede una fotocamera a tre lenti che permette di raggiungere una qualità fotografica mai vista prima sulla nostra piattaforma, in particolare con zoom molto pronunciati o in condizioni di scarsa luminosità.

Cause della tripofobia

Il design scelto da Apple tuttavia, benché bruttino, avrebbe un problema di fondo. Secondo gli esperti, può attivare delle risposte indesiderate in alcuni individui predisposti. “La fotocamera in questione,” spiega Geoff Cole, lettore di psicologia presso l’Università dell’Essex in UK, “possiede le caratteristiche critiche necessarie a causare una risposta poiché è fatta di una serie di buchi. Qualunque cosa può indurre tripofobia, fintanto che ha questo schema o motivo. Potrebbe essere attivato dal cioccolato soffiato, dagli incavi dei semi di loto o addirittura dalle luci posteriori di stop di una Peugeot 206.”

E lo stesso fenomeno, seppur in misura molto minore per qualche ragione, era stato lamentato con l’introduzione dei nuovi Mac Pro con design a grattugia. Anche se in realtà, la scienza è divisa a riguardo, poiché non è ufficialmente riconosciuta come disturbo mentale e raramente viene citata negli studi scientifici.

Ciononostante, diversi esperti e ricercatori ritengono che possa esistere una base evoluzionistica sulla repulsione di alcuni verso le forme tripofobiche; probabilmente, alcuni ricollegano il pattern bucherellato a malattie o pericoli (pensate all’alveare e alle api), e ciò fa scattare i sistemi di sopravvivenza. Un po’ come per la fobia da insetti o topi: chi ce l’ha spesso non ha mai avuto esperienza negative e segnanti, eppure ne ha paura lo stesso. Ciò porta a ritenere dunque che derivi dalla cultura o dal lascito evoluzionistico.

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