Le app che inviano dati sensibili a Facebook (senza avvisarvi)

Nuovo scandalo per Zuckerberg. Ora viene fuori che molte app inviano dati personali e sensibili, compreso il desiderio di gravidanza, a Facebook. Senza avvisare, e perfino se non siete iscritti.
Nuovo scandalo per Zuckerberg. Ora viene fuori che molte app inviano dati personali e sensibili, compreso il desiderio di gravidanza, a Facebook. Senza avvisare, e perfino se non siete iscritti.

Alcune app iOS hanno un brutto vizietto: inviano tonnellate di dati personali a Facebook, con modalità e in quantità che vi faranno saltare sulla sedia. Qui c’è seriamente il rischio di un nuovo scandalo in stile Cambridge Analytica.

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Un’inchiesta del Wall Street Journal rivela che alcune diffuse applicazioni condividono con Facebook le informazioni sensibili degli utenti senza avvisarli, e soprattutto a prescindere che siano iscritti o meno a Facebook, o che ne sia stata installata l’app.

Instant Heart Rate: HR Monitor, per esempio, la popolare app di monitoraggio del battito cardiaco, invia a Facebook ogni misurazione in tempo reale; Flo – Calendario Mestruale, invece, invia le informazioni sul ciclo e perfino l’eventuale desiderio di maternità. Realtor.com, l’app di un noto network immobiliare USA, invece inoltra a Facebook l’ubicazione e il prezzo degli immobili consultati.

Tutti questi dati vengono dati in pasto al social network blu senza uno specifico avviso per gli utenti, e nel caso di Flo, addirittura a dispetto di quanto dichiarato nella pagina della privacy. L’aspetto peggiore tuttavia è che Facebook ha accesso alle informazioni pure se non avviene un log-in. Ma qual è la ragione di questo fenomeno?

La risposta è semplice, ed è sempre la stessa: gli sviluppatori lo fanno per sfruttare gli strumenti di analisi del traffico di Facebook, profilare gli utenti e fornire pubblicità più mirate. E non c’è nulla che possiate umanamente fare, a parte disinstallare immediatamente le app che hanno tradito la vostra fiducia.

Perché è vero che gli utenti sono attualmente in grado disattivare la condivisione del GPS e dei contatti con Facebook, ma nulla possono coi dati di salute e fitness, né su quelli relativi a ovulazione e gravidanza.

Facebook si difende diffidando -senza troppa convinzione- gli sviluppatori dall’uso improprio dei propri strumenti di analisi; Apple promette di investigare subito ogni possibile violazione, e di mettere in atto misure correttive laddove necessario. Intanto, 11 delle 70 app testate sono state pizzicate con le mani nella marmellata, e 6 di queste appartenevano alla top 15 delle app di salute e fitness su App Store. E qualcosa ci dice che non finisce qui.

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