Apple Campus 2: un anno e mezzo per decidere un pomello e "attenzione maniacale ai dettagli"

Nella costruzione del nuovo Campus a Cupertino, Apple ha voluto fare le cose per bene e nessun dettaglio è stato lasciato al caso. Risultato: 1 anno e mezzo di estenuanti trattative solo per un pomello, e questo è niente. Aspettate di sentire il resto.
Nella costruzione del nuovo Campus a Cupertino, Apple ha voluto fare le cose per bene e nessun dettaglio è stato lasciato al caso. Risultato: 1 anno e mezzo di estenuanti trattative solo per un pomello, e questo è niente. Aspettate di sentire il resto.

Nella costruzione del nuovo Campus a Cupertino, Apple ha voluto fare le cose per bene e nessun dettaglio è stato lasciato al caso. Risultato: 1 anno e mezzo di estenuanti trattative solo per un pomello, e questo è niente. Aspettate di sentire il resto.

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La “nave spaziale” della mela è un progetto faraonico da 5 miliardi di dollari, un concentrato di tecnologia ma anche di “fanatica attenzione” verso ogni elemento, comprese le minuzie che comunque non si vedono. Ciò ha rallentato oltremodo i tempi di completamento d’opera, portandoli ben oltre il termine previsto del 2016.

Ecco qualche esempio:

  • Nessun tubo o griglia d’aspirazione può riflettersi nelle strutture circostanti (cosa piuttosto difficile da ottenere, visto che l’intero Campus è tappezzato dei pannelli di vetro più grossi del pianeta).
  • Solo le linee guida per montare il legno speciale utilizzato in tutto il Campus costituiscono un libretto di ben 30 pagine.
  • La tolleranza, cioè la distanza tra diversi elementi architettonici, è stata oggetto di diatriba. Su molti progetti, lo standard è di 3mm, ma Apple ha chiesto molto meno e anche per le superficie nascoste alla vista.
  • Il design dell’edificio si ispira ai prodotti Apple; le forme curve e molto naturali, per esempio, si fondono tra loro in modo armonico e i pulsanti negli ascensori somigliano al Pulsante Home di iPhone.
  • Apple voleva ridurre al minimo impatto visivo le indicazioni per la sicurezza, ma ciò si scontrava con la necessità di rendere sicura la struttura in caso di emergenze; ci sono voluti oltre 15 incontri con i dirigenti dei vigili del fuoco per arrivare a una collocazione condivisa.

E fin qui tutto bene. Il problema, spiegano gli architetti coinvolti, è che qualche volta le aspettative del management si scontrano con la realtà. “Con gli iPhone, puoi decidere tolleranze molto, molto minute. Ma non potrai mai arrivare a simili livelli di tolleranza con una costruzione. Le porte ti si incastrerebbero.” Ma anche su quello, non c’è stato nulla da fare: Apple ha preteso e ottenuto portoni senza soglia. Qualunque interruzione dello spazio visivo, infatti, avrebbe “distratto gli ingegneri dal loro lavoro” se per entrare nell’edificio avessero dovuto “modificare la propria andatura.”

Grossomodo, è la stessa idea alla base del design del pomello delle porte di uffici e aule di riunione; è da un anno e mezzo che il team di costruzione fa “avanti e indietro” per cercare di trovare una quadratura tra le richieste dei manager e la fattibilità reale: a tutt’oggi, il pomello non è stato ancora completato.

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