Jobs nei panni di Roosvelt, il dietro le quinte

Il produttore dietro il video motivazionale in cui Steve Jobs veste i panni di Franklin Delano Roosevelt racconta qualche gustoso retroscena. E conferma, se ce ne fosse bisogno, il narcisismo dello storico iCEO.
Il produttore dietro il video motivazionale in cui Steve Jobs veste i panni di Franklin Delano Roosevelt racconta qualche gustoso retroscena. E conferma, se ce ne fosse bisogno, il narcisismo dello storico iCEO.


Ricorderete senza dubbio la notizia sul raro video di Apple in cui un giovane Steve Jobs ha vestito i panni di Franklin Delano Roosevelt. Si trattava d’un contributo motivazionale creato per ispirare il team commerciale di Cupertino in occasione del lancio del Macintosh. Ora, il produttore Michael Markman racconta qualche gustoso retroscena sulla vicenda.

Lo racconta di proprio pugno Markman, in un post sul proprio blog che traduciamo parzialmente qui in italiano per comodità:

Mentre io e Glenn ascoltavamo Mike [Murray, responsabile del marketing Mac, n.d.T.] parlare di cose come testa di ponte e penetrazione nel mercato, proprio mentre lo guardavamo disegnare sulla sua lavagna, il parallelo con l’approdo in Normandia ci è sembrato ovvio. Credo che Glenn sia stato il primo a collegare il 1984 al 1944, e l’idea si è subito insediata.
Dato il modo in cui Steve aveva posizionato Apple contro IBM, ci sembrava semplicemente perfetto. Glenn, io e Mike abbiamo quindi iniziato subito a fare brainstorming in ufficio. Le idee fluivano da sé. IBM aveva Charlie Chaplin per gli spot del PC. E, guarda caso, non soltanto Charlie Chaplin aveva dei mustacchi alla Hitler, ma aveva anche girato una parodia ne “Il grande dittatore.” Avremmo mostrato la liberazione dei lavoratori oppressi dalle coraggiose forze del Macintosh. Ci eccitammo tanto all’idea che Mike si catapultò fuori a cercare Steve.
Ho chiamato Chris a Los Angeles per illustrare quel che avevamo pensato. Un film di guerra. Immagini di repertorio dagli approdi nel D-day. Chaplin nei panni di Adenoid Hynkel appeso al muro. I membri del marketing Mac in ruoli cameo. E la ciliegina sulla torta: Steve che impersonava FDR. […]
Glenn, Mike e io ci siamo fiondati nell’ufficio di Steve per fornirgli qualche ragguaglio, grossomodo ciò che ho scritto nel precedente paragrafo. Gli occhi di Steve fiammeggiavano all’idea. Quando sono arrivato alla parte in cui dicevo “sarai tu FDR” la cosa era fatta. Nell’universo binario di Steve Jobs, le cose sono zero o uno. E questa è stato uno. Da subito. Decisamente.

E oltretutto, scopriamo poi, Jobs ha pure rifiutato pure con vigore il doppiaggio del proprio personaggio. Ah, cosa non si fa per narcisismo.

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