Lo "Scorri per aggiornare" è (quasi) un brevetto di Twitter

Con un tam tam nella blogosfera, scopriamo solo ora che la funzione di "Pull to refresh" è in realtà un brevetto di Twitter in corso di deposito. Ecco cosa cambierebbe se venisse approvato.
Con un tam tam nella blogosfera, scopriamo solo ora che la funzione di "Pull to refresh" è in realtà un brevetto di Twitter in corso di deposito. Ecco cosa cambierebbe se venisse approvato.


E’ uno dei gesture più intelligenti mai creati su piattaforma iOS, e probabilmente uno dei più trasversali e diffusi. Parliamo del cosiddetto “Pull to Refresh” (“Scorri per aggiornare”) presente in Facebook, Tweetbot, Sparrow e perfino in alcune specifiche applicazioni Apple. La richiesta di brevetto per tale feature, scopriamo solo ora, è stata depositata nel 2010 allo USPTO e appartiene nientemeno che a Twitter.

Il brevetto in questione, numero 20100199180, si intitola “Meccanica per un’interfaccia utente” e porta la firma di Loren Brichter, lo sviluppatore dietro a quella stessa Tweetie acquisita subito dopo da Twitter. Nel documento si legge:

Un metodo per mostrare un’area di contenuti, ricevere un input associato al primo comando -col primo comando che include una richiesta di scroll dell’area dei contenuti- e, basandosi sul primo comando, eseguire un secondo comando indipendente dal primo.

Una filastrocca sibillina che non implica necessariamente l’azione di refresh, ma una qualunque. Il che, in altre parole, significa che a prescindere dall’effetto che produce, qui si sta tentando di brevettare lo scorrimento verso il basso del dito.

Per il momento, la richiesta di brevetto avanzata da Twitter non è ancora stata presa in carico, anche perché sembra un filino troppo generica; ma d’altro canto, quando si parla di USPTO dobbiamo sempre essere pronti a tutto. Per il momento, anche dovesse essere approvato, Brichter ha negato la volontà di far rispettare il brevetto, e onestamente speriamo che le cose vadano così. Altrimenti, per aggiornare un semplice feed, ci troveremmo presto a dover disegnare cerchi, premere pulsanti e scuotere dispositivi. L’intuizione di Brichter ci piace decisamente di più.

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