Aria di cambiamento nella Apple di Tim Cook

Aveva promesso che nulla sarebbe cambiato in Apple, e invece il segno del passaggio di Tim Cook è già ravvisabile in tante piccole novità che svela il Wall Street Journal in un articolo.
Aveva promesso che nulla sarebbe cambiato in Apple, e invece il segno del passaggio di Tim Cook è già ravvisabile in tante piccole novità che svela il Wall Street Journal in un articolo.


Le cose cambiano, il tempo passa e -ovvietà per ovvietà- Tim Cook non è Steve Jobs, ed ecco perché le cose in Apple stanno iniziando rapidamente a modificarsi. Le iniziative del nuovo iCEO, infatti, si distinguono nettamente da quelle viste sin’ora per stile e finalità, con un’inedita tendenza alla comunicazione coi dipendenti.

Non fate ciò che avrebbe fatto Steve Jobs; fate ciò che è giusto. Queste grossomodo, ripescando a memoria, erano le parole che Jobs riservò ai suoi colleghi, almeno stando a quanto si legge nella sua biografia ufficiale. Un consiglio che Cook deve aver fatto subito proprio, visto che la solenne promessa dell’attuale CEO fu proprio che nulla sarebbe cambiato all’interno della società. E invece, secondo Jessica E. Vascellaro del Wall Street Journal, qualcosa sta cambiando eccome:

In ultima analisi il Sig. Cook ha già lasciato il segno all’interno di Apple, con modalità che suggeriscono uno stacco col passato rispetto alla società gestita dall’intenso e impetuoso cofondatore. Nelle ultime settimane, il Sig. Cook ha dimostrato propensione per problemi amministrativi che non avevano mai interessato Jobs, come ad esempio promozioni e strutture di report corporate, secondo le persone informate sui fatti. Il nuovo chief executive, 50 anni, si è dimostrato anche molto più comunicativo con gli impiegati rispetto al suo predecessore.

E in quest’ottica non sorprende affatto che invii costantemente mail al “Team” per informare i dipendenti delle novità di proprio pugno, e in generale per farsi sentire più presente; né che dia inizio a programmi di carità con raccolta fondi cui Jobs stesso era contrario. Poi, la divisione education è stata spezzata in due segmenti diversi, vendite e marketing, e ognuna di esse è stata infine re-inglobata rispettivamente all’interno delle sezioni vendite e marketing dell’intera Apple; ciò ha di fatto conferito maggiori responsabilità al Senior Vice President of Worldwide Product Marketing Phil Schiller e a John Brandon, quest’ultimo un vice presidente meno noto ma estremamente importante nel controllo dei canali di vendita della mela. Senza contare che, appena poche settimane fa, Eddy Cue era stato promosso a Vice Presidente dei Servizi e Sofware Internet. Insomma, qualcosina è già ragionevolmente cambiata, dopotutto.

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