Brevetti: condivisione iOS come WebOS, solo migliore

Un brevetto depositato da Apple 18 mesi fa, mostra un'innovativa modalità con cui iOS potrebbe in futuro scambiare file tra dispositivi diversi. Una tecnologia à la Touch To Share di HP, solo più "cool."
Un brevetto depositato da Apple 18 mesi fa, mostra un'innovativa modalità con cui iOS potrebbe in futuro scambiare file tra dispositivi diversi. Una tecnologia à la Touch To Share di HP, solo più "cool."


Una delle feature più innovative di WebOS, presentata al mondo con l’introduzione del TouchPad di HP, è probabilmente il cosiddetto “Touch to Share”, ovvero una sofisticata tecnologia che consente di scambiare informazioni tra dispositivi semplicemente avvicinandoli e stabilendo un contatto fisico tra di essi. La notizia, per il resto di noi, è che a quanto pare anche Apple ha brevettato un sistema simile, solo nettamente migliore.

Il problema è chiaramente spiegato nel brevetto in questione:

Quando compie un’azione nel mondo reale, in un ambiente fisico, l’individuo sperimenta vari fenomeni fisici che indicano che il compito è stato portato a termine o completato.

Se, cioè, versiamo dell’acqua in una caraffa, ci rendiamo conto che l’operazione è andata a buon fine nel momento in cui, obbedendo alle leggi della fisica e delle sollecitazioni, l’oggetto fisico -l’acqua- si modifica nella forma e nel volume, e cambia di posizione. E mentre nei computer tradizionali il Drag&Drop ha costituito una metafora accettabile per fenomeni simili, sugli smartphone occorre ingegnarsi in maniere differenti per rendere l’operazione più naturale possibile per l’utente.

Ecco perché Apple ha pensato di coinvolgere, in un semplice trasferimento di file tra dispositivi mobili, accelerometri e sensori di posizione:

Il primo dispositivo rileva la presenza di un secondo dispositivo e stabilisce un collegamento per permettere il trasferimento dei dati, rappresentato dagli oggetti nel secondo dispositivo. Durante il trasferimento, il primo dispositivo potrebbe animare l’oggetto per simularne la fuoriuscita, mentre il secondo potrebbe simularne l’entrata.

Insomma, parliamo di una sorta di “scuoti l’iPhone” per “spruzzare di file” i dispositivi circostanti, magari con l’aiuto di gesture o interfacce più intuitive. Per carità, niente di sconvolgente rispetto alla tecnologia di HP: si tratta di volgarissimo eye-candy. Però, quanto ci piace.

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