Tangenti Apple: Paul Shin Devine condannato a 1 anno di prigione e una multa salata

Ritorna alla ribalta una vecchia faccenda di tangenti a Cupertino, che avevamo seguito nel 2011. Il dirigente di Apple, Paul Devine, è stato finalmente condannato ad una dura pena.
Ritorna alla ribalta una vecchia faccenda di tangenti a Cupertino, che avevamo seguito nel 2011. Il dirigente di Apple, Paul Devine, è stato finalmente condannato ad una dura pena.

Aggiornamento del lunedì 8 dicembre 2014

Dura è la condanna caduta sulle spalle di Paul Shin Devine, il manager Apple che aveva accettato tangenti in cambio di segreti commerciali. Devine rischiava durante il processo 20 anni di carcere, ma il tribunale ha deliberato per una sentenza che prevede un anno di carcere ed una multa di 4,5 milioni di dollari. Una pena relativamente lieve che è stata probabilmente dovuta al fatto che Devine si sia dichiarato colpevole durante il processo, collaborando nel identificare le parti implicate in questo traffico di informazioni riguardando Apple. Di contro, la multa è più elevata di quanto gli avvocati Apple si aspettavano.

Paul Shin Devine era stato arrestato nell’agosto del 2010, nel quadro di un’indagine su episodi di corruzione coinvolgenti alcuni fornitori orientali di Apple. Avevano ammesso implicazioni con il manager di Apple la coreana Cresyn, che aveva pagato Devine nel 2007 per una serie di consulenze “sugli andamenti del mercato USA”, ma che in effetti era l’acquisto di informazioni riservate sulle catene di distribuzione di Apple. Altre compagnie sono indagate nel caso di corruzione, tra queste la taiwanese Nishoku Technology e le due compagnie di Singapore Glocom/Lateral Solutions e Fastening Technologies.

Forse la conseguenza più eclatante del caso, sono state all’epoca le dimissioni di Chua Kim Guan, presidente esecutivo di JLJ Holdings e proprietario di Jin Li Mould Manufacturing, una delle compagnie implicate nell’inchiesta. Chua Kim Guan diede le dimissioni nell’agosto 2010 per non influenzare l’inchiesta, nella quale era coinvolto a causa della sua stretta relazione con Andrew Ang, il contatto di Devine che era allo stesso tempo impiegato e cognato di Chua Kim Guan. Andrew Ang intascava il 15% delle tangenti pagate a Devine sin dal 2001, anno nel quale iniziò la “relazione commerciale” fra i due uomini. In seguito, Chua Kim Guan stesso è stato riconosciuto colpevole di corruzione nel 2013, dato che pagava Devine usando il suo conto bancario personale a Singapore e che -si ritiene- abbia intascato più di 50 milioni di dollari grazie alle informazioni vendutegli dal manager di Apple.

All’epoca dell’arresto di Devine, Apple aveva proclamato una politica di “tolleranza zero” per quanto riguarda i comportamenti disonesti nella compagnia. Paul Devine aveva venduto informazioni commerciali delicate, intascando più di 2 milioni di dollari e facendosi pagare spesso in beni di lusso, come una Porsche Cayenne SUV ricevuta come omaggio per i suoi disonesti traffici.

Tangenti Apple: Paul Shin Devine si dichiara colpevole

Scritto da: Ruthven – venerdì 4 marzo 2011

[img src=”https://media.melablog.it/M/Mel/Melablog_soldi.jpg” alt=”Paul S. Devine's money” height=”270″ title=”Paul S. Devine's money” class=”post”]Paul Shin Devine, l’ex manager di Apple accusato di aver accettato “tangenti e altri incentivi” in cambio di segreti commerciali, si è dichiarato colpevole dei 23 capi d’accusa che includono frode, cospirazione e riciclaggio di denaro. Non vi sono notizie relative a sua moglie, che aveva anche avuto un ruolo di prima importanza negli affari di Paul Devine.

Paul Devine era stato arrestato nell’estate 2010. Le tangenti da lui ricevute ammontano a più di 2 milioni di dollari in beni, fra i quali una Porsche Cayenne SUV. Dall’inchiesta spuntano dettagli che ricordano la nostra tangentopoli, con mazzette di denaro nascoste in scatole di scarpe. Come parte dell’accordo raggiunto con la Procura, Devine verserà 2,28 milioni di dollari, inclusa la Porsche Cayenne menzionata prima.

Ad inchiodare Devine, oltre al sospetto di FBI e IRS, le due agenzie federali che seguono il caso, sono stati i fogli Excel nei quali Devine dettagliava la sua attività criminosa, tenendo accuratamente traccia di ogni regalo o tangente versata. Grazie a questi fogli Excel, è stato possibile risalire al tipo di informazione de lui venduta a fornitori di accessori per iPod e iPhone in Cina, Corea, Taiwan e Singapore. Ironia della sorte: Devine ha continuato ad usare la sua e-mail apple.com per gestire i contatti legati ai suoi traffici.

[Via Mac.Blorge | Foto sushi♥ina]

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