I magazine per iPad iniziano a vendere meno, come la carta


I magazine per iPad stanno vendendo abbastanza bene? Nelle redazioni c’è ancora entusiasmo, ma i primi conti iniziano a non tornare. Secondo Lauren Indvik di Mashable, i dati sono moderatamente negativi, ma non tragici.

A novembre Vanity Fair USA ha venduto 8.700 copie digitali, un mezzo crollo rispetto alla media di 10.500 copie tra agosto e ottobre. Glamour a novembre ha venduto il 35% di copie in meno rispetto a settembre, attestandosi sulle 2.775 copie. Proseguiamo con i numeri in calo: GQ ha registrato il suo mese peggiore dopo aprile, vendendo solo 11.000 copie digitali nel mese di novembre. Men’s Health ha registrato un record negativo, con 2.000 copie vendute a ottobre e novembre, il 30% in meno rispetto al debutto. Wired, l’applicazione più acclamata per il magazine più vicino al pubblico di iPad, è sceso da 100.000 copie a giugno fino alle 33.711 si settembre, per poi diminuire a 22.500 a ottobre e novembre.

Questi sono dati in calo, e non è la prima volta che ne parliamo. Ma quel che ha rilevato Mashable, e questo è il vero dato interessante, è che le performance sono a grandi linee simmetriche rispetto a quelle registrate in edicola. Come dire: gli scivoloni delle vendite digitali corrispondono al crollo di vendite in edicola. Segno che per risolvere la crisi dell’editoria, ovviamente, non basta “sbattere” un giornale su iPad.

Il celebre blog, però, non si ferma qui. Indvik, infatti, ha provato anche a individuare i quattro errori che starebbero rallentando le performance dei magazine su iPad. I motivi identificati sono…


1) Il prezzo, spesso considerato troppo alto anche tenendo conto dei contenuti esclusivi (che in genere sono video rubati dal web).
2) La scarsa visibilità su App Store, dove i magazine si perdono tra giochini e navigatori satellitari.
3) La scarsa innovatività delle interfacce grafiche.
4) Le dimensioni eccessive dei singoli numeri, che spesso richiedono diversi minuti per il download (il primo Wired pesava circa mezzo gigabyte).

E se questa è la situazione negli USA, forse è meglio non pensare troppo all’Italia. I primi esperimenti di magazine ad hoc per iPad stanno arrivando solo in queste settimane (vedi Vita Nòva e R7), mentre le applicazioni che hanno provato a fare qualcosa di diverso, come Max e La Stampa, sembrano aver fatto il passo più lungo della gamba, ricevendo molte critiche per la scarsa intuitività. Insomma, fare qualcosa di nuovo non è semplice, e qui si lotta per la sopravvivenza di un settore economico. Come andrà il futuro? La tanta attesa per il Daily di Murdoch, forse, ci darà qualche risposta.

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