Apple Care, giudice potrebbe far bloccare i siti Apple in Belgio a causa di una disputa

A seguito di un intervento del gruppo per la protezione dei consumatori FPS Economy, che ritiene fuorvianti i termini di Apple Care, un giudice sta considerando la possibilità di bloccare l'accesso a tutti i siti Apple nel territorio del Belgio.
A seguito di un intervento del gruppo per la protezione dei consumatori FPS Economy, che ritiene fuorvianti i termini di Apple Care, un giudice sta considerando la possibilità di bloccare l'accesso a tutti i siti Apple nel territorio del Belgio.

Apple si ritrova di nuovo al centro di una disputa legale che concerne i termini e le modalità offerte dal suo servizio di assistenza Apple Care, offerto attraverso pacchetti aggiuntivi che possono essere applicati al momento dell’acquisto di uno dei prodotti della Mela.

Il teatro della controversia è il Belgio e, secondo quanto riporta 9to5mac, la faccenda rischia di intensificarsi e le ripercussioni per il business della società di Cupertino sarebbero pesanti.

La disputa ha avuto principio dall’organizzazione per la protezione dei consumatori FPS Economy che si lamenta delle pratiche scorrette di Apple nel pubblicizzare il proprio servizio Apple Care. Secono la lamentela sarebbe fuorviante affermare di fornire un anno di garanzia standard sul prodotto quando le leggi europee già prevedono un minimo di due anni.

Da qui – una lotta che già in passato Apple ha combattuto – alla possibile decisione del giudice: l’ordine di bloccare l’accesso ai siti Apple tramite i fornitori di servizi di telecomunicazione attraverso il Belgio. Non sarà una decisione presa alla leggera, però. Il giudice in questione si rende ben conto dei problemi che ciò potrebbe causare a molti consumatori nella fruizione dei servizi telematici di Apple come iCloud e iTunes ed è dunque esitante.

Come già accennato, questa non è la prima volta che Apple affronta un simile problema legato al servizio Apple Care, i cui termini sono già stati contestati in vari paesi europei. Anche in Italia, dopo un confronto con le associazioni dei consumatori, la società statunitense ha corretto il tiro conformando le modalità di pubblicizzazione del servizio.

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