Justin Bibier: 200.000$ per fare da testimonial BlackBerry, gratis per Apple

BlackBerry non ha l'appeal di Apple, c'è poco da fare. Se ai primi Justin Bibier ha chiesto infatti 200.000 dollari per fare da testimonial, con Apple lo fa sua sponte e soprattutto gratis.
BlackBerry non ha l'appeal di Apple, c'è poco da fare. Se ai primi Justin Bibier ha chiesto infatti 200.000 dollari per fare da testimonial, con Apple lo fa sua sponte e soprattutto gratis.

In una interessante retrospettiva sull’ascesa e caduta di BlackBarry stilata da Bloomberg BusinesssWeek, risulta che Justin Bibier aveva proposto di diventare testimonial della società per una cifra tutto sommato modesta. Proposta che l’ex RIM ha clamorosamente rifiutato, e ora Bibier e tante altre celebrità fanno la pubblicità ad Apple. Gratis, oltretutto.

Negli anni che vanno dal 2001 al 2011, il senior business development manager della società era Vincent Washington, l’uomo chiave che BusinesssWeek ha intervistato. Washinton racconta che “una delle occasioni perse è stata quando Justin Bieber desiderava diventare testimonial di BlackBerry;” un accordo che si poteva concludere con 200.000 dollari e che aveva molto senso, visto che sia Bibier che BlackBerry sono canadesi:

“E così, siamo andati a proporlo al marketing: c’è un ragazzo canadese, cresciuto qui, che tutti le ragazzine adoreranno. Ma in pratica ci hanno buttato fuori dalla sala riunioni. Hanno affermato che ‘questo ragazzino è tutta fuffa. Non durerà.’ Io ho risposto loro che ‘questo ragazzo potrebbe sopravvivere a RIM’ e tutti sono scoppiati a ridere.”

Un errore di valutazione tragico. Non sappiamo quando sia stata formulata l’offerta, ma ai giorni nostri Bibier ha 19 anni ed è perennemente sotto le luci dei riflettori, qualunque cosa faccia. È stato scoperto su Youtube da un talent manager nell 2008, nel 2010 ha pubblicato il suo primo album e nel 2012 era indicato come la terza celebrità più potente di Forbes. E mentre l’uno raggiungeva l’apogeo, l’altra si preparava a vedere il proprio tramonto. All’inizio dell’anno, la scelta del marketing è ricaduta piuttosto su Alicia Keys come “ambasciatrice del marchio” senonché, a un paio di settimane dalla firma del contratto, la Keys è stata beccata a twittare dall’iPhone. Cosa liquidata poi con la storia dell’account violato, ma intanto il danno era fatto.

Eppure, l’aspetto più perverso della vicenda -quasi da contrappasso dantesco- è che le Apple non solo non ha mani annunciato “ambasciatori del marchio” o “direttori creativi” ma non ne ha neppure bisogno; sono le celebrità che adorano i dispositivi con la mela, e il resto parla da sé. Poco dopo l’uscita dell’iPhone 5, per esempio, Bibier cinguettò con tanto di foto:

L’ho scattata col mio iPhone 5 e la fotocamera frontale è decisamente più nitida: instagr.am/p/P3OvZlAvlO/

Un tweet che ha è generato milioni di visite, che è stato ritwittato da oltre 45.000 follower e apprezzato da 321 mila follower Instagram. Un tipo di pubblicità che le aziende pagherebbero con l’anima e che, purtroppo per loro, non si può comprare.

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