Il prototipo rubato di iPhone 4: Gawker offre collaborazione per le indagini


Ricorderete tutti l’origine dello screzio Apple – Gizmodo, legato al modello di iPhone 4 rubato e rivelato molto prima dell’evento di presentazione, con conseguenti indagini a carico degli autori del blog. A quanto pare, Gizmodo ha raggiunto un accordo con le autorità della California per quanto riguarda le indagini, consentendo l’accesso ad alcuni computer ed altro materiale, per permettere di risalire a realmente come la redazione abbia ottenuto il prototipo.

Per chi non ricordasse i dettagli (davvero?), Gizmodo ha pubblicato i dettagli ed un video del nuovo modello di iPhone 4 lo scorso Aprile 2010, ammettendo di aver pagato per ottenere il prototipo dimenticato in un bar da un dipendente Apple. Le indagini sono state prontamente aperte dalla procura Californiana per il distretto di San Mateo, cercando di verificare i dettagli sul reperimento del prototipo.

Gizmodo e la società madre, la Gawker Media LLC, hanno inizialmente posto resistenza alla volontà degli investigatori di cercare tra i computer sequestrati in casa dell’autore Jason Chen, ovvero colui che ha firmato l’articolo “incriminato” su Gizmodo. Secondo Gawker, l’azione di sequestro è stata inappropriata in quanto accompagnata solo da un mandato di perquisizione, non contestabile dalla redazione in tribunale.

Dopo lungo discutere, il caso sembra giunto ad una svolta quando, Venerdì scorso, il giudice della contea di San Mateo ha ordinato il ritiro del mandato di perquisizione e la restituzione del materiale sottratto a Chen. A seguito della sentenza, Gaby Darbyshire di Gawker ha rivelato come Gizmodo abbia volontariamente acconsentito a lasciare agli investigatori il materiale che la corte ha ritenuto rilevante per la risoluzione del caso.

Le conferme della cooperazione arrivando direttamente dagli investigatori, che confermano l’accordo raggiunto con Chen. Sarà curioso scoprire a quali conclusioni reali giungeranno le indagini e quali saranno i provvedimenti a carico di Gizmodo, se ce ne saranno.

[Via IntoMobile]

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