Apple e le rivoluzioni a metà

Una riflessione sull'ormai collaudata strategia di Apple nel reinventare interi settori del commercio.
Una riflessione sull'ormai collaudata strategia di Apple nel reinventare interi settori del commercio.


Di solito, quando una società decide di avventurarsi in un nuovo settore lo studia preventivamente, si adatta alle regole del commercio in cui si prepara ad entrare e sforna un prodotto che possa competere con i dispositivi della concorrenza. Apple no! Apple non conosce il riflessivo adattarsi. Quando Apple vuole entrare in un nuovo settore ha la pretesa di reinventarlo da zero in modo che sia l’intero settore a doversi adattare alle sue scelte.

Questo tipo di approccio non porta a risultati moderati: può concludersi in un grosso buco nell’acqua o trasformarsi in un successo inimmaginabile. La strategia del reinventare ha fatto in modo che Apple rivoluzionasse interi settori del commercio globale come quello dell’industria della musica con l’iPod o quello della telefonia con l’annuncio del primo iPhone nel 2007.

Oggi Apple ci ha provato ancora con l’editoria scolastica. Fino ad oggi, i libri di testo sono stati una gallina dalle uova d’oro per le case editrici del settore che ogni anno cambiano qualche paragrafo dei propri testi spacciandoli per nuovi e rivendendoli a prezzo maggiorato.

È proprio considerando gli enormi interessi degli editori che l’annuncio di Apple appare in tutta la sua importanza rivoluzionaria. La società di Cupertino è riuscita ad accordarsi con le maggiori case editrici del settore educativo e a convincerle a pubblicare i propri testi in una versione interattiva ad un massimo di 14,99$ e con aggiornamenti gratuiti alle versioni successive. La cosa ha dello straordinario.

Noi italiani possiamo solo sperare che le case editrici nostrane accettino le condizioni dell’iBookstore ma quand’anche Apple riuscisse nell’impresa c’è da considerare almeno un ombra: la scelta di un formato proprietario per la distribuzione dei libri di testo.

Questa scelta -in pieno stile Apple in verità- fa cadere in un attimo la speranza di una vera e definitiva rivoluzione del settore proprio perché le novità annunciate oggi sono legate all’universo Apple. Se vogliono usufruire dei nuovi vantaggi dei libri di testo interattivi, le famiglie -o le scuole- sono di fatto costrette all’acquisto di un iPad da centinaia di dollari per ogni figlio delle superiori.

Alla luce di questo fatto, l’annuncio di oggi appare decisamente ridimensionato anche se, pensandoci bene, Apple si è mossa con la stessa identica strategia commerciale adottata in occasione del lancio dell’iTunes Music Store e dell’iPhone con le sue app.

Anche in quei casi sono stati lanciati universi chiusi e limitati che hanno però costretto la concorrenza a produrre prodotti simili per non restare indietro. Forse è vero che Apple fa le rivoluzioni a metà ma è anche vero che le sue rivoluzioni si completano da sole. E anche nel caso dei libri di testo interattivi, dubito che Google e Amazon resteranno a guardare.

Come già detto, Apple non conosce il verbo adattarsi. È il mondo che si deve adattare. Che gli piaccia o no!

[image by dougward]

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