Ecosistema iOS, Apple bacchetta lo sviluppatore dissidente

In queste ultime ore si è consumata una battaglia epistolare tra Apple e Donald Leka, CEO di TransMedia. L'uomo ha avuto il coraggio di dire che la piattaforma non ha alcun valore per l'utente finale. Apriti cielo: è scoppiato il caso.
In queste ultime ore si è consumata una battaglia epistolare tra Apple e Donald Leka, CEO di TransMedia. L'uomo ha avuto il coraggio di dire che la piattaforma non ha alcun valore per l'utente finale. Apriti cielo: è scoppiato il caso.

Tutto è iniziato quando TransMedia ha pubblicato online un comunicato stampa per segnalare il rilascio dell’ultima app iOS sviluppata dalla società, chiamata Glide. Si tratta di un’utility per iPhone e iPad (ma disponibile anche per Android e Windows Phone) in grado di rendere interoperabili i servizi di storage on the Cloud di diversi fornitori. In pratica, consideratelo pure il trait d’union tra DropBox, Google Drive e SkyDrive.

Trasportati dall’entusiasmo, quelli di TransMedia hanno dato particolarmente enfasi all’interoperabilità, ponendo in secondo piano la piattaforma su cui l’app gira:

Ai consumatori non importa nulla della piattaforma in uso, del luogo in cui siano conservati i loro file, e quali formati abbiano. A loro interessa semplicemente essere in grado di accedere alle foto di famiglie, alla lettera di un amico, alla canzone o allo show preferito, e di poter condividerli con gli amici.

Una visione che ha fatto storcere la bocca al responsabile del team Worldwide Developer Relations di Apple, e che ha prodotto una piccatissima risposta. “Noi crediamo che i migliori comunicati stampa per il lancio di nuovo prodotto,” ha scritto, “siano quelli che si concentrano sul prodotto stesso.” Il che equivale a dire: pensate ai fatti vostri, senza tirare troppo in ballo le piattaforme mobili che -nel bene o nel male- vi ospitano e vi permettono di prosperare.

Poi, dopo la lezione in comunicazione d’impresa, è partito l’affondo vero e proprio. “Il tono del vostro post,” si legge più avanti, “e il posizionamento del prodotto stridono non soltanto col nostro messaggio di marketing primario, ma addirittura con le fondamenta stesse dell’esistenza di Apple.” E d’altro canto come biasimarli. Cupertino fa dell’eleganza e della semplicità di iOS un proprio vanto, così come non ha mai nascosto enorme soddisfazione per la ricchezza dell’App Store.

La forza che ci spinge, la nostra passione, la volontà di creare i migliori prodotti possibile è impiantata nella convinzione che ai clienti importi eccome dei prodotti su cui investono tempo, denaro ed energia. Ci sforziamo al massimo per creare i migliori prodotti possibile perché riteniamo che il prodotto giusto possa cambiare la vita del cliente. E ai clienti importa moltissimo delle cose che gli cambiano la vita.

E infine, il suggerimento finale (che suona più come un alto monito) di “rettificare il messaggio in un modo più positivo.”

Qualcuno correttamente sostiene che questa visione sia un filo campanilistica, o meglio, che gli utenti Apple siano molto meno chiusi di quanto non credano a Cupertino. E sebbene sia comprensibile la premura con cui Apple spinge ad acquistare esclusivamente gingilli con la mela, di sicuro esistono molti utenti che possiedono un iPad, un PC Windows e magari uno smartphone Android. E per loro, dopotutto, la questione della piattaforma forse non fa tutta questa gran differenza. Voi che ne pensate? Ditecelo nei commenti, su Facebook o su Twitter.

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