Wyncomm fa causa ad Apple per i brevetti sul WiFi

Nuove grane legali per Cupertino. Questa volta, l'ha trascinata in tribunale la statunitense Wyncomm in relazione alla presunta violazione di un brevetto di 16 anni fa sulla trasmissione contemporanea di voce e dati.
Nuove grane legali per Cupertino. Questa volta, l'ha trascinata in tribunale la statunitense Wyncomm in relazione alla presunta violazione di un brevetto di 16 anni fa sulla trasmissione contemporanea di voce e dati.

La Wyncomm ha depositato regolare denuncia presso la Corte del distretto del Delaware accusando Apple -e molti altri blasoni dell’high tech- di violazione della proprietà intellettuale con alcuni dei suoi dispositivi.

Il brevetto contestato, numero 5.506.866 intitolato Side-channel communications in simultaneous voice and data transmission (“Comunicazioni parallele durante la trasmissione simultanea di voce e dati”) e depositato da AT&T nel lontano 1996, riguarda una tecnologia presente negli smartphone da tempo immemorabile: ovvero, la possibilità di instradare chiamate voce mentre avviene già uno scambio dati via WiFi.

La società ha tirato in ballo non soltanto Apple, ma anche Acer, ASUSTek, Blu Products, Bonac Innovation (nota anche come Mobiado) e Casio Computer, e forse perfino altre; in tutti i casi, viene esplicitamente preteso un indennizzo per ogni presunta violazione.

Come riportato da The Essential Patent Blog la proprietà del brevetto è stata oggetto di un lungo passaggio di mani, che l’ha portata nel portfolio di Lucent, in quello della sussidiaria di AT&T Paradyne, e in altre due società di patent holding prima di finire nelle braccia di Wyncomm.

E visto che il brevetto scadrà a novembre 2013, la società spera di ottenere un accordo extra-giudiziario rapido e indolore per “ogni infrazione attuale e futura.” In pratica, una montagna di soldi senza muovere neppure un dito. Al momento, la possibilità d’una ingiunzione non è stata presa in considerazione, né sono noti i risarcimenti richiesti per ogni danno; Apple, invece, si è semplicemente asserragliata dietro al canonico no-comment.

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