Geotagging in iPhone 2.0

Come in molti di voi sapranno, una delle novità introdotte dall’ultima versione per dispositivi mobili di Google Maps riguarda la possibilità di ottenere la posizione geografica del dispositivo tramite le informazioni dei ponti radio a cui si è connessi, siano essi telefonici o WiFi.
Anche iPhone, che è dotato di una versione di Google Maps sviluppata internamente, ha visto l’introduzione di questa tecnologia nell’ultimo firmware distribuito.
Con la prossima versione del software, tuttavia, Apple dovrebbe ampliare ulteriormente l’uso di queste informazioni, rendendo le API del sistema di localizzazione disponibili a tutte le applicazioni, built-in e di terze parti.

Si aprono così le porte ad interessanti novità, in parte già disponibili sulla versione BETA 2.0 del firmware dello smartphone, distribuita agli sviluppatori. Tra queste c’è il geo-tagging, ovvero l’inserimento della posizione nei dati Exif delle immagini scattate dalla fotocamera, in modo da poter risalire in ogni momento al luogo in cui sono state scattate.
Già diversi servizi di condivisione delle immagini, Flickr in testa, offrono agli utenti la possibilità di organizzare le immagini in cui sono presenti i dati di latitudine e longitudine; dati che, nella maggior parte dei casi, devono essere aggiunti manualmente in quanto sono ancora piuttosto rari i dispositivi in grado di effettuare questa operazione automaticamente.

Come detto, trattandosi di API del sistema di iPhone, queste informazioni saranno a disposizione degli sviluppatori che vorranno integrarli nelle proprie applicazioni: per una questione di sicurezza, iPhone chiederà all’utente di autorizzare l’utilizzo di queste informazioni, tramite la finestra di dialogo che vedete nell’immagine sopra.

Rimane da vedere se Apple limiterà la fonte delle informazioni sulla posizione ai ponti radio: si tratta di un sistema molto economico (non sono necessari ulteriori chip) ma con una precisione non perfetta: in Italia, dove le celle radio sono molto fitte, si può attualmente ottenere un dato di posizione con un margine di errore di circa 1km.
L’alternativa sarebbe quella di dotare iPhone di un tradizionale sistema di localizzazione GPS, feature rumoreggiata da tempo: bisognerà vedere se i compromessi di costo ed autonomia saranno ritenuti giustificabili dagli ingeneri di Cupertino.

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