Sub-notebook: Apple e il mercato

Ne parlavamo giusto ieri: il rumor più insistente dell’ultimo periodo riguarda l’interesse di Apple per il mercato dei sub-notebook.
Secondo indiscrezioni e analisi Cupertino dovrebbe, addirittura, presentare tale prodotto al prossimo Macworld, che si terrà a San Francisco.

Se ciò fosse confermato, siamo certi che, in piena tradizione Apple, tale nuovo prodotto sarà caratterizzato da un tasso di innovazione elevato.

Le tecnologie non le mancano certo, dal multi-touch all’OS versatile; così come le esperienze nella progettazione di dispositivi mobili, dai portatili tradizionali (di cui Apple è pioniere) ad iPhone, passando per iPod.

Le possibilità, come vediamo, sono pressoché infinite e, di conseguenza sarebbe puramente pletorico, per non dire inutile, esercitarsi in previsioni dettagliate.
Più interessante, in questa fase, cercare di analizzare il mercato dei sub-notebook, in modo da avere un’idea di quale sia l’offerta attuale, della effettiva portata dei potenziali concorrenti e, soprattutto, di quale siano le esigenze di chi si avvicina a questo tipo di prodotto.

Si possono individuare diverse filosofie di approccio, vediamole.

Quello più semplice consiste fondamentalmente nel ridurre le dimensioni del notebook, per arrivare ad un prodotto ancora più portatile senza, tuttavia, rinunciare troppo alle prestazioni. Il Dialogue FlyBook è un esempio di questa prima categoria: tablet di ridotte dimensioni, con processore CoreDuo da 1Ghz e peso ridotto a poco più di 1Kg e connettività wireless completa, da WiFi a UMTS/3G. Il prezzo supera i 1.500 Euro; simile l’offerta di Sony, con alcuni suoi Vaio.

Altri hanno puntato tutto sulla estrema compattezza, tanto da arrivare a produrre una sorta di crossover tra portatile e palmare: ne è un esempio l’OQO, appena 142x84x26 mm, schermo 800×480 e chip VIA da 1,6Ghz. Il tutto pesa meno di 500 grammi ed è dotato di uno slide simile ai palmari HTC che scopre la tastiera.

C’è poi chi gioca tutto sul prezzo, proponendo mini-portatili a basso costo. L’OLPC di Nicholas Negroponte fa parte di una categoria a parte, visto l’obiettivo sociale che si pone, ma ASUS propone il suo Eee PC, con schermo da 7″, WiFi, CPU Intel e Linux, a partire da meno di 300$.

Un’ultima categoria sarebbe stata rappresentata dai Mobile-Phone Companion, come aveva definito Palm il suo Foleo. Un piccolo portatile dal form factor ridotto ma tradizionale, con un sistema operativo limitato alle principali funzioni di PIM. Il prezzo sarebbe stato attorno ai 500$, se Palm non ne avesse decretato la morte prima ancora del rilascio.

Il mercato dei sub-notebook, come abbiamo visto, è piuttosto variegato e non particolarmente in salute. Sono evidentemente troppi i compromessi perché sostituisca il computer personale, così come non può competere con un palmare/smartphone quanto a portabilità.

A questo punto, se Apple punterà davvero su questa nicchia di mercato, sarà interessante vedere come risolverà i problemi evidenziati dai concorrenti e, soprattutto, cosa si inventerà per creare un prodotto che possa avere un roseo futuro commerciale.

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