WebKit, via il problema dello scrolling sui MacBook Pro Retina

Webkit, il motore Open Source alla base di Safari, risolve con le ultime release i problemi di scrolling dei MacBook Pro Retina. E presto dovrebbe essere integrato in OS X.
Webkit, il motore Open Source alla base di Safari, risolve con le ultime release i problemi di scrolling dei MacBook Pro Retina. E presto dovrebbe essere integrato in OS X.

Dai test preliminari condotti sui nuovi MacBook Pro con display Retina erano emersi dei rallentamenti percettibili durante operazioni di routine del Sistema Operativo come lo scrolling o lo zoom delle finestre. Tuttavia le ultime build di WebKit, il motore Open Source su cui è basato Safari, forniscono d’improvviso prestazioni nettamente superiori.

I numeri parlano chiaro: a causa della consiste risoluzione dei nuovi display, fino ad oggi lo scrolling delle pagine più pesanti -per esempio Facebook- non consentiva di superare i 20 frame per secondo. Una situazione certamente non irredimibile ma molto seccante, tanto più che la macchina non è propriamente economica.

La buona notizia, tuttavia, è che le più recenti build di WebKit disponibili alla pagina ufficiale del progetto superano l’impasse e ostentano performance molto migliori e assolutamente accettabili. Lo hanno scoperto alcuni utenti su un forum online:

Ho preso una build (la r135516, che oltretutto non è neppure la più recente, ma do per scontato che anche quelle successive contengano il fix) e l’ho provata su un MBP 13″. Lo scrolling della pagina delle notizie su Facebook finiva di solito ad avere prestazioni molto scarse, per cui è ovviamente il primo test che ho fatto. E come sempre ho usato Quartz Debug per misurare il frame rate dell’Interfaccia Grafica.

E, sorpresa, dai 20 frame/secondo scarsi di Safari 6.0.2, con la nightly build r135516 di WebKit siamo arrivati a ben oltre i 50 frame/secondo. AnandTech si è addentrato in qualche esperimento più approfondito, confermando i risultati, ma non è riuscito a stabilire nel dettaglio quali modifiche al codice abbiano prodotto il miracolo.

A questo punto, la palla passa ad Apple, che dovrà ereditare i fix ed incastonarli in una qualche futura versione di Safari. Si spera, il più presto possibile.

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