Fusion Drive, BootCamp ed errori disco: un approfondimento

Cosa accade con Fusion Drive e BootCamp? È possibile personalizzarne il funzionamento? E che accade se una delle due componenti -SSD o HD- cessa di funzionare? Ecco le risposte su Fusion Drive.
Cosa accade con Fusion Drive e BootCamp? È possibile personalizzarne il funzionamento? E che accade se una delle due componenti -SSD o HD- cessa di funzionare? Ecco le risposte su Fusion Drive.

I test preliminari di cui vi abbiamo parlato tempo addietro hanno dimostrato che il Fusion Drive di Apple è decisamente più veloce di qualunque disco rigido tradizionale, soprattutto se a 5.400 giri/minuto. Ma come si comporta, ad esempio, rispetto alla SSD degli altri Mac? E poi, che accade ai nostri dati se SSD o HD cessano di funzionare? Ecco qualche dettaglio in più sul nuovo drive ibrido di Cupertino.

I test di Macworld confermano quel che sapevamo già. Sul Mini con Fusion Drive i tempi di boot risultano più che dimezzati, e in generale tutto è più snello e scattante, anche se non come sui nuovi MacBook Pro Retina:

È col Fusion Drive che il Mac mini ha fatto il salto prestazionale. In configurazione standard da 799$, il Mac mini col suo hd da 5.400 rpm ci ha messo più di tre volte la medesima quantità di tempo per copiare e decomprimere i file di test rispetto al Mac mini BTO con Fusion Drive.
Il Mac mini BTO era in effetti più veloce del MacBook Pro Retina in alcuni test, come per esempio nell’importazione in iPhoto, iMovie ed Aperture. Ma nella copia dei file e nei test di decompressione il MacBook Pro Retina col suo storage flash “puro” se la cavava meglio del Fusion Drive.

Ben più interessanti invece le conclusioni di Ars Technica, che sul funzionamento del gingillo entra molto più nel dettaglio:

Non ci sono opzioni da configurare, niente impostazioni da regolare, e -ad occhio- nessun modo per l’utente di decidere quali dati vanno dove. Il volume FD è un volume singolo, ed è il suo sostrato Core Storage a indirizzare tutti gli IO prima alla SSD. I nuovi file vengono salvati in modo trasparente sul lato SSD del FD, così come le nuove applicazioni che installi. Tutto va prima sulla SSD.

Il che significa che se un utente possiede meno di 110 GB di dati, il disco rigido neppure viene toccato; soltanto in un secondo momento, infatti, i dati vengono spostati in base all’uso e ad una serie di parametri previsti da Cupertino. La logica sottesa è evidente:

Il Fusion Drive non è progettato per soddisfare le esigenze degli esperti di tecnologia, o di quelli che hanno già una SSD e un disco rigido nel loro Mac […], di quanti usano symlink delle librerie iTunes o iPhoto sulla SD, coi dati reali ospitato su HD. […] Chi si diverte a controllare meticolosamente quali file vanno e dove, di sicuro non amerà l’approccio faccio-tutto-io del Fusion Drive. Il Fusion Drive non è progettato per essere gestito o personalizzato. È un po’ l’approccio di Time Machine, che ha portato il backup a quanti altrimenti non si sarebbero preoccupati di farlo. La presentazione è molto in stile Apple, senza interruttori da premere.

E qui veniamo alle limitazioni della tecnologia, cui abbiamo accennato tempo addietro. Come già visto, la funzionalità Boot Camp è perfettamente compatibile con Fusion Drive, ma esclusivamente nella porzione HD: la SSD resta appannaggio esclusivo di OS, dati e applicazioni più usate. Ma soprattutto, è un sistema che va usato necessariamente in abbinamento con Time Machine: se infatti una delle due componenti venisse meno, gli effetti sarebbero letteralmente disastrosi. Considerate anche che ogni routine di “riparazione” del drive è sempre di tipo distruttivo, dato che richiede la ricostruzione del volume Core Storage. Tenetelo bene a mente, quindi, se foste alla ricerca d’un nuovo Mac.

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