Chiude Green my Apple: Cupertino ha soddisfatto gli ambientalisti


Anni di campagne ambientaliste orientate ai più vari scopi ci avevano un po’ assuefatto, presentandoci sempre lo stesso programma di proteste e disinteresse dei soggetti obiettivo delle campagne. Un copione ripetitivo che rischiava di trasformarsi in uno sterile teatrino facendo perdere di vista il reale impatto dei problemi in gioco.

Confesso di non aver mai apprezzato del tutto i metodi spesso operati dalle associazioni impegnate; non per disaccordo con gli scopi, ma ritenendo improbabile ottenere reali risultati con questo tipo di iniziative.

Ora sono costretto a cospargermi il capo di cenere e riconoscere, ben volentieri s’intende, che, nel caso di Green my Apple l’obiettivo è stato raggiunto. E archiviato con grande maturità da Greenpeace.

L’associazione ambientalista, infatti, ha dichiarato conclusa l’iniziativa, esprimendo soddisfazione per il feedback ricevuto da Cupertino che, per bocca dello stesso Steve Jobs in una lettera aperta, ha spiegato esaustivamente la posizione di Apple e accettato la sfida di rendere l’impatto ambientale dell’azienda progressivamente minore.
Da sottolineare che Greenpeace asserisce di voler continuare a vigilare sul mondo dell’IT, con l’obiettivo di salutare in un futuro non troppo lontano il primo personal compter totalmente eco-friendly.

A questo punto mi chiedo: che cosa ha contribuito, in questo caso, al successo dell’iniziativa?
E’ stato merito di Greenpeace, che ha messo in piedi una campagna dal profilo nuovo e più efficace?
O è merito di Apple, che ha dimostrato una volta di più la sua capacità di pensare differente?

Voi cosa ne pensate?

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