Turchia contro Trump: iPhone distrutti, incendiati e presi a martellate

In risposta all'aumento dei dazi doganali dell'amministrazione Trump ai danni della Turchia, alcune cittadini del paese hanno dato vita ad una singolare protesta: iPhone incendiati, presi a pugni e a martellate.
In risposta all'aumento dei dazi doganali dell'amministrazione Trump ai danni della Turchia, alcune cittadini del paese hanno dato vita ad una singolare protesta: iPhone incendiati, presi a pugni e a martellate.

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Sembra passato un millennio da quando Erdogan aizzava le folle attraverso FaceTime, dunque con tecnologie della mela. Ora il contrordine è di boicottare tutti i prodotti a stelle e strisce, e in particolar modo Apple.

Tutto è iniziato con la prova di forza sul pastore protestante americano Andrew Brunson, formalmente imprigionato in Turchia per spionaggio e terrorismo (pare invece che sia un sodale di Fethullah Gülen, il nemico politico numero uno di Erdogan); accuse che chiaramente gli USA rispediscono al mittente.

A questo punto, le cose sono precipitate. Per ripicca, Trump ha raddoppiato i dazi su acciaio e alluminio, causando il crollo della Lira, instabilità economica in tutta l’area e ripercussioni a catena anche sulle Borse europee. E così, il presidente turco ha lanciato l’inevitabile appello: boicottare ciò che viene da oltreoceano e in particolar modo l’iPhone, che per qualche strana ragione è diventato il simbolo della protesta.

Risultato, su Twitter (società americana) è partito un tormentone che non accenna a placarsi; un numero crescente di turchi indignati, infatti, ha pubblicato il video della distruzione del proprio smartphone Apple. Cioè di un dispositivo costruito in Cina da una delle aziende private più liberali e critiche nei confronti di Trump. Avete presente quegli assurdi video su YouTube in cui iPhone viene congelato nella Coca Cola e gettato in un vulcano acceso da un drone in sorvolo? Ecco, più o meno la stessa roba, solo che fa ridere molto meno.

E i primi contraccolpi iniziano già a sentirsi. In Turchia i principali rivenditori hanno già cancellato gli ordinativi di iPhone, iPad e Mac per milioni di dollari. Con quali esiti, lo scopriremo molto presto.

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