Scandalo Cambridge Analytica, gli utenti abbandonano Facebook

Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, gli utenti hanno iniziato a boicottare Facebook. E mentre la UE convoca Zuckerberg d'urgenza, è già partito il movimento #DeleteFacebook. Non sappiamo come evolverà la vicenda, ma una cosa è certa: presto la politica affronterà il problema di big data.
Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, gli utenti hanno iniziato a boicottare Facebook. E mentre la UE convoca Zuckerberg d'urgenza, è già partito il movimento #DeleteFacebook. Non sappiamo come evolverà la vicenda, ma una cosa è certa: presto la politica affronterà il problema di big data.

Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, gli utenti hanno iniziato a boicottare Facebook. E mentre la UE convoca Zuckerberg d’urgenza, è già partito il movimento #DeleteFacebook. Non sappiamo come evolverà la vicenda, ma una cosa è certa: presto la politica affronterà le questioni di Big Data.

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Piovono macigni sulla Silicon Valley; il caso Cambridge Analytica ha toccato un nervo scoperto, che riguarda la privacy degli utenti, e soprattutto la manipolazione dei flussi social per creare consenso o distruggere gli avversari. Le ramificazioni di questa vicenda appaiono gigantesche, e a questo punto è evidente che la democrazia sia sia già messa in moto per difendersi dagli abusi.

Dopo la vicenda della presunte fake news russe, Facebook finisce nuovamente sotto il microscopio della stampa, ma stavolta con accuse diverse: l’assenza di vigilanza sui dati dei suoi utenti, e la scarsa trasparenza. Sfruttando in modi poco chiari Big Data e “modelli psicografici,” infatti, Cambridge Analytica avrebbe attinto a oltre 50 milioni di profili, con la compiacenza (o la “distrazione”) di Facebook.

Questi dati sarebbero poi stati usati per confezionare una campagna elettorale subliminale, tarata sul singolo utente. E va’ a sapere se è tutta fuffa oppure hanno davvero creato l’algoritmo che muove le masse. Qui il pericolo è concreto, ed è il momento di aprire il dibattito pubblico, in seno alla UE ma anche nei singoli Stati e a livello mondiale.

Facebook non ha avuto un comportamento cristallino. Prima di tutto ha taciuto sullo scandalo (sapeva della violazione, perché nel 2015 ha defenestrato l’app dall’app store), per poi tentare di zittire i giornali con minacce di denuncia per diffamazione. Infine, la scusa ufficiale: credevano ai “fini accademici” di Cambridge Analytica. Così, sulla fiducia e a scatola chiusa, senza neppure una verifica.

Com’è Avvenuta la Violazione?

La violazione è avvenuta attraverso l’installazione di un’app di Facebook chiamata thisisyourdigitallife che, in teoria, doveva elaborare il profilo psicologico dell’utente; ma in realtà, gli rubava i dati per effettuare analisi politiche. Per approfondire, vi rimandiamo al post dei cugini di Polisblog.

Cosa Succederà Ora?

A questo punto, dopo il crollo in borsa di Facebook, e le minacce della UE, è evidente che i governi vorranno vederci chiaro. Anche perché è già noto che Cambridge Analytica abbia curato la campagna di Trump e abbia avuto un ruolo nella campagna referendaria sulla Brexit.

In attesa dei nuovi, inevitabili sviluppi, gli utenti hanno già lanciato l’hashtag #DeleteFacebook su Twitter che sta guadagnano sempre più frizione. Molti hanno cancellato il proprio account Facebook, e molti altri seguiranno.

Come Difendersi?

Distruggere l’account Facebook può rappresentare un segnale importante, ma considerate un paio di cose.
Sarebbe bastato evitare di installare quell’app, e il problema neppure si sarebbe posto. Ogni volta che autorizzate un’app su Facebook, state consegnando la vostra intera vita digitale, i contatti e i post dei vostri amici ad un perfetto sconosciuto. Tenetene conto, la prossima volta che decidete di scoprire “a quale personaggio storico somigliate” o “quale film sareste se foste un film.”

Inoltre, anche dopo la distruzione dell’account, tutti i post, le foto e le attività che avete effettuato su Facebook fino a quel giorno, resteranno di proprietà del social network Blu. È ora di iniziare a porsi il problema.

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