Criptomining su App Store, Apple elimina un'app

Apple ha eliminato da App Store un’applicazione che effettuava il criptomining per attivare le funzionalità pro, come alternativa al classico acquisto In-App. La scure di Cupertino è calata poco dopo.
Apple ha eliminato da App Store un’applicazione che effettuava il criptomining per attivare le funzionalità pro, come alternativa al classico acquisto In-App. La scure di Cupertino è calata poco dopo.

Apple ha eliminato da App Store un’applicazione che effettuava il criptomining per attivare le funzionalità pro, come alternativa al classico acquisto In-App. La scure di Cupertino è calata poco dopo.

L’app in questione è la famosa Calendar 2, disponibile gratuitamente sul Mac App Store. L’ultimo aggiornamento portava in dote una novità inedita: permetteva di sbloccare le funzionalità a pagamento con una nuova opzione di pagamento. Oltre all’abbonamento mensile da 99 contesimi e all’una tantum da 17,99€ introduceva anche “tutte le funzionalità avanzate gratis” al costo della “generazione di criptovalute in background, in modo assolutamente discreto.”

Detto in altre parole, l’app consumava i cicli di CPU del computer ospitante per minare una valuta digitale nota chiamata Monero. L’attività di mining, ovvero di creazione della valuta, consiste nell’equivalente digitale della zecca: è il sistema utilizzato dalle criptovalute per emettere moneta, sebbene utilizzi meccanismi molto diversi rispetto alla carta. Le criptovalute memorizzano le transazioni in strutture di dati chiamate “blocchi,” ma prima che un nuovo blocco possa essere aggiunto alla catena (cioè al database complessivo di transazioni), è necessario che venga “chiuso” da un computer che ne scopre il codice di chiusura attraverso una costante ricerca per tentativi con algoritmi e programmi specifici. Una volta finalizzato, il blocco diventa permanente e, in cambio, ripaga l’utente con del lavoro svolto con una determinata quantità di criptovaluta. Come dire: il “minatore” che trova la chiave, vince la ricompensa. Questa è l’operazione che Calendar 2 compìva, informando adeguatamente l’utente.

Sarà per questo che Apple si è presa 24 ore di tempo, prima di far decidere la defenestrazione dell’applicazione da App store.

La ragione sta nel fatto che l’app vìola la regola 2.4.2 dell’App Store:

Progetta le tue app per essere efficienti dal punto di vista energetico. Nessun app dovrebbe mai consumare rapidamente la batteria, generare calore eccessivo o sovraccaricare inutilmente le risorse.

E così, in seguito allo scivolone, Calendar 2 è tornata su App Store mondata delle funzionalità sgradite; e in più, ha dovuto regalare 1 anno di servizi gratuiti a tutti gli utenti per farsi perdonare: approfittatene. I 2.000$ guadagnati nelle poche ore di funzionamento del servizio saranno impiegati per migliorare l’esperienza utente. E con questo, Apple mette ufficialmente una pietra sopra alla possibilità di ripagarsi software e servizi col cryptomining.

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