L'iPhone batte il Blackberry anche in Canada

I dati di vendita non lasciano spazio a dubbi: Apple ha venduto più smartphone di RIM anche in Canada.
I dati di vendita non lasciano spazio a dubbi: Apple ha venduto più smartphone di RIM anche in Canada.


Dopo gli ottimi risultati in Giappone, l’iPhone conquista un altro importante paese: come riporta AppleInsider, nel 2011 Apple è riuscita a vendere 2,85 milioni di iPhone in Canada, contro i 2,08 milioni di Blackberry. E cosa c’è di strano, diranno alcuni di voi? Ad esempio, il fatto che la RIM, società produttrice dei Blackberry, è canadese, quindi i risultati del Melafonino sono davvero ragguardevoli.

Il sorpasso parte da lontano: mentre nel 2008 RIM vendeva cinque volte più smartphone di Apple nel paese nordamericano, nel 2010 la distanza si era ridotta a sole 500.000 unità in favore dell’azienda canadese. Bloomberg riporta le parole di un gestore di fondi, Paul Tayor (che ha in portafoglio azioni RIM ed Apple):

“Da un punto di vista strategico, la perdita nel primato nel proprio paese è stato rilevante per RIM. Tale perdita, anche se limitata ad una sola nazione, rappresenta la risposta dei consumatori alla enorme funzionalità dell’iPhone.”

Ma dare per morta l’azienda canadese sarebbe un errore: l’anno scorso Apple ha venduto 2,1 milioni di iPhone in America Latina, mentre RIM ha venduto 10,6 milioni di Blackberry. Anche in Medio Oriente e in Africa i risultati sono simili: 2,5 milioni di iPhone venduti contro 8,3 milioni di Blackberry (senza dimenticare l’importanza che ricopre il Blackberry in alcuni paesi: in Arabia Saudita, ad esempio, gli adolescenti lo utilizzano per bypassare le restrizioni imposte dalle autorità in merito alle relazioni tra persone non sposate).

Insomma,da una parte Apple riesce a conquistare un nuovo primato ma, dall’altra, i successi del Blackberry in alcuni paesi emergenti e le notizie provenienti da Redmond sul ricchissimo mercato cinese impongono prudenza: Cupertino ha vinto un’altra battaglia, ma la guerra è ancora molto lunga.

Foto | Flickr

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