Un'inedita intervista a Steve Jobs del 2003

Laura Locke del Time ha ripescato una vecchia intervista a Steve Jobs mai pubblicata sin'ora. Si ritorna al 2003, e precisamente al giorno del lancio dell'iTunes Music Store.
Laura Locke del Time ha ripescato una vecchia intervista a Steve Jobs mai pubblicata sin'ora. Si ritorna al 2003, e precisamente al giorno del lancio dell'iTunes Music Store.


Per la gioia degli appassionati di tutto il mondo, Laura Locke del Time ha riesumato una vecchia e inedita intervista a Steve Jobs, condotta il 28 aprile del 2003, subito dopo la presentazione di quello che al tempo si chiamava ancora iTunes Music Store. Si parla di pirateria e dei dubbi che il modello potesse avere successo.

Ricorderete senza dubbio la mitologica campagna stampa “Rip. Mix. Burn.” utilizzata da Apple per promuovere le funzionalità di masterizzazione incastonate in iTunes e additate da alcuni come un incitamento alla pirateria domestica. In realtà, spiega Jobs, con iTunes Cupertino desiderava “imboccare la strada della legalità”:

Altro che illegale. Quando le persone pensavano che fosse un inno al furto della musica, era solo perché non conoscevano ciò di cui parlavano. Erano i cinquantenni a pensarla così. […] Siamo sempre stati contrari al furto della musica sin dall’inizio. Possediamo moltissima proprietà intellettuale, cosa che molti dei nostri competitor non possono vantare; ma noi sì. Non siamo felici quando la gente ruba. Quindi non si tratta di frasi di circostanza o cose del genere

L’esperienza dell’iTunes Store -quella che a posteriori ha cambiato al storia dell’elettronica di consumo- all’inizio era foriera di grossi dubbi. Non era chiaro quanto successo avrebbe avuto nel togliere spazi alla pirateria, per esempio, ma d’altro canto consentiva un’esperienza utente nettamente migliore. L’esempio più eclatante è la possibilità di ascoltare un’anteprima dei brani; una funzionalità che nessun servizio illegale poteva garantire e che, a dire di Jobs, consisteva in un cambiamento “gigantesco, semplicemente gigantesco.”

Già al tempo, l’iCEO era perfettamente a conoscenza dell’enorme vantaggio competitivo accumulato da Apple; sapeva che i competitor avrebbero avuto moltissimi problemi a ricreare un ecosistema tanto integrato e ricco, e in effetti a tutt’oggi gli unici omologhi d’un certo spessore sono in pratica solo quelli di Google e Amazon, ma si tratta in effetti di esperimenti visto che iTunes continua a detenere una posizione di primato assoluto. L’importante comunque è che la previsione fosse corretta: quando all’utente si fornisce un servizio decente e prezzi ragionevoli, lo si strappa de facto ai download illegali.

Ma ciò che colpisce più di tutto, forse, è la passione che stilla da ogni singola parola di Jobs. Non si trattava semplicemente d’un business; era la dichiarazione d’amore alla musica d’un visionario.

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