Apple approva i giochi in abbonamento su App Store

Big Fish Game sè riuscita a strappare prima degli altri un accordo commerciale con Apple che le consente di vendere il suo catalogo giochi con formula d'abbonamento. Ed è pure possibile che sia un successo.
Big Fish Game sè riuscita a strappare prima degli altri un accordo commerciale con Apple che le consente di vendere il suo catalogo giochi con formula d'abbonamento. Ed è pure possibile che sia un successo.


La popolare software house Big Fish Games, con sede a Seattle, ha confessato di essere riuscita a strappare ad Apple un invidiabile primato: quello del primo publisher su App Store a vendere giochi in abbonamento mensile. Un po’ come le riviste digitali o le app di streaming video, per intenderci.

L’idea è semplice: si scarica l’app gratuita da App Store (non ancora disponibile sullo store nostrano), si sceglie la forma d’abbonamento desiderata con Acquisto In-App e infine si accede senza limiti al vastissimo catalogo Big Fish Games. Un approccio che da principio non vedeva affatto favorevoli i manager della mela, cosa che ha costretto quelli di Big Fish Games a sfoderare -e con successo- la carta della lusinga sfacciata:

Apple era apparentemente esitante ad approvare l’idea, convinta che gli abbonamenti per i giochi non potessero funzionare, ha affermato il fondatore Paul Thelen. Poi però è riuscito a vincere la ritrosia dei dirigenti Apple dicendo che, sebbene i servizi di abbonamento ludico non avessero sempre riportato risultati di successo, nessuno di essi era mai approdato su una piattaforma popolare come iPad, caratterizzata dalla facilitata dai metodi di pagamenti dell’App Store.

Una motivazione evidentemente giudicata sufficiente per tentare il grande cimento. Inizialmente gli utenti avranno a disposizione un pacchetto totalmente gratuito con 30 minuti al giorno di partite e pubblicità a schermo, oppure a 5$ al mese per l’accesso incondizionato a dozzine di titoli. Entro il 2012, tuttavia, il costo mensile salirà a 7$ per riflettere l’allargamento del catalogo. Ad Apple, il solito 30% di commissioni. Difficile dire se sarà o meno un successo; di sicuro, vista la tipologia di giochi offerti e il target medio, è probabile che una formula simile finirà col solleticare il portafoglio d’una porzione non irrilevante di utenti iOS.

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