Flurry: iOS ruba sviluppatori ad Android

Secondo Flurry, la comunità di sviluppatori Android sta abbandonando progressivamente la piattaforma in favore di iOS. In tempi di ristrettezze, ci si concentra sulla piattaforma più remunerativa?
Secondo Flurry, la comunità di sviluppatori Android sta abbandonando progressivamente la piattaforma in favore di iOS. In tempi di ristrettezze, ci si concentra sulla piattaforma più remunerativa?


Evidentemente, il lancio dell’iPhone 4 di Verizon e dell’iPad 2 ha ravvivato l’interesse per iOS della comunità degli sviluppatori, a scapito delle altre piattaforme mobili e in particolare Android. A confermarlo, i dati registrati da Flurry per il secondo trimestre dell’anno in corso.

Negli ultimi mesi il numero dei nuovi progetti avviati su Android, ovviamente tra quelli affiliati a Flurry Analytics, è calato dal 36% del Q1 al 28% del Q2, e nel medesimo lasso di tempo quelli dedicati ad iPhone sono saliti dal 54% al 57% mentre quelli per iPad hanno segnato il salto più significativo: dal 10% al 15%. E a quanto pare, non si tratterebbe d’una defaiance momentanea:


Degno di nota il fatto che questo calo d’interesse negli sviluppatori Android rappresenta il secondo scivolone del genere da trimestre a trimestre, dopo un anno di crescita stabile e significativa per l’OS di Google. Nel corso del 2010, il supporto da parte della comunità di sviluppatori Android era stabilmente cresciuto ad ogni trimestre, raggiungendo il picco del 39% nel Q4 2010.

A rompere le uova nel paniere di Mountain View avrebbero contribuito due fenomeni nuovi e largamente attesi, ovvero il lancio di un iPhone compatibile con le reti del secondo gestore statunitense e la commercializzazione della seconda generazione di tablet con la mela. Una serie di novità che hanno causato il crollo di cui sopra, al quale -secondo Flurry- Google può porre rimedio esclusivamente con una politica ancora più aggressiva. In una parola, coccolando gli sviluppatori:

Visto che gli sviluppatori sono strattonati sia dalle entrate che dall’equazione dei costi, Google ha bisogno di una brusca virata in questa fase della corsa, per assicurarsi che Apple non continui ad attirare sulle sue vele tutto il vento del supporto degli sviluppatori.

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