Sadun: Scegliere un tablet in base alle specifiche è un errore


Quasi a voler tornare sulle parole di Jobs, che tanto hanno appassionato i lettori di melablog, oggi Erica Sadun ha cinguettato un motto che si adatta perfettamente alla situazione e che per di più aiuta a spiegare meglio ciò che pensa chi scrive. Il succo della faccenda è semplice: su di un tablet le specifiche contano fino a un certo punto, perché a fare la differenza è l’esperienza utente. E l’unico modo per farsene un’idea è mettere le mani sui dispositivi in circolazione.

In ultima istanza è tutta una faccenda di necessità e gusti personali, come al solito. Ed ecco perché, agli utenti che chiedono un confronto ragionato e scientifico sui vari tablet, chi ama iPad porta sul tavolo risposte che di scientifico e razionale non hanno quasi nulla. L’esperienza utente è infatti fumosa e costellata di sfuggenti piccolezze che nel complesso rendono l’uso di un dispositivo proficuo e piacevole, ma che sono difficili da snocciolare nel dettaglio, soprattutto se di punto in bianco ci domandano “perché ti piace iPad?”.

Un po’ è la ricchezza di funzionalità, un po’ l’immediatezza dell’OS e un po’ la prosperità dell’App Store. Purtroppo, non è soltanto una questione di specifiche tecniche, ma anche e soprattutto di tutto il resto:

Se decidete di acquistare un tablet basandovi sulle specifiche tecniche, non avete ben compreso il bandolo della matassa

Fermo restando che anche prodotti come il Galaxy Tab o il Motorola Xoom hanno ottime potenzialità, dopo una ventina di minuti di test lasciano addosso una strana sensazione di scarsa ottimizzazione, di confusione nell’interfaccia grafica e in generale di poca eleganza. Sullo Xoom, che a livello hardware non ha niente da invidiare neppure all’iPad 2, Tuaw scrive:

Lo Xoom non è un netbook, o un quasi-netbook. E’ un computer. Un grosso, vecchio computer bippante. Col touch screen. Questo è ciò che ottieni quando lasci costruire agli ingegneri qualcosa senza designer ed artisti che li fustighino e instillino in loro la paura.

Engadget invece aggiunge:

Il problema dello Xoom non è tanto il nocciolo dell’esperienza utente o quello dell’hardware, è nei dettagli. Il design (come quei pulsanti storti) ed il software (che sa davvero ancora di beta) portano a domandarsi se non ci sia stata una fretta eccessiva a commercializzare il prodotto per battere l’ondata successiva da Apple. Ad ogni buon conto, non c’è molto per i consumatori al momento. L’Android Market è quasi del tutto privo di applicazioni per tablet, l’OS sembra pieno di bug e incompiuto, e l’hardware ha delle lacune che troviamo piuttosto problematiche. Senza parlare dei prezzi e dei contratti coi gestori cui sono costretti gli acquirenti.

Già, perché il problema è che una volta tanto ad Apple non si può additare la colpa di praticare i prezzi più alti del mercato. Certo, esistono modelli cinesi a basso e bassissimo costo, ma tutti i gingilli di punta della concorrenza hanno prezzi di commercializzazione uguali o superiori a parità di specifiche. E comunque, oggi è possibile comprare un iPad di prima generazione a 379€, il che rappresenta una ghiotta occasione per chi non ha budget ipertrofici o vuole togliersi lo sfizio del tablet senza grossi investimenti.

L’iPad appariva oggettivamente un po’ scarno nelle funzionalità, almeno al momento della sua uscita; era un bel gadget ma piuttosto costoso per ciò che faceva: ed ecco perché, fino ai primi risultati fiscali, l’approccio è stato sempre quello del “wait and see”. Ora, però, è chiaro che ci troviamo di fronte ad una rivoluzione nel mondo del personal computing che non può essere spiegata solo in termini di moda o costume. Il suggerimento è quello di provare di persona alcuni dei tablet in circolazione prima anche solo di pronunciarsi sulla loro eventuale utilità/futilità, poi il resto viene da sé. E sfortunatamente, il passo successivo richiede quasi sempre la carta di credito.

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