Apple, Google, Intel e Disney sotto accusa dall'antitrust per le politiche d'assunzione

Apple sta negoziando con il dipartimento di giustizia americano per evitare un processo sulle sue pratiche di assunzione. Sembra, infatti, che sia una prassi consolidata quella di “non invadere il giardino” delle aziende dello stesso settore, evitando di fare offerte dirette di lavoro a impiegati di altre corporazioni (sulla carta) concorrenti.

Questo accordo tacito ha come conseguenza di limitare le possibilità di carriera dei propri impiegati, mantenendo gli stipendi bassi e limitando il rischio di veder elementi brillanti della propria squadra andare verso la concorrenza. Questi accordi sono una prassi molto diffusa a quanto pare, dato che numerose corporazioni stanno trattando in questi giorni con l’antitrust.

Le altre grandi compagnie coinvolte assieme ad Apple Inc. non sono di minor calibro. Parliamo di Google Inc., Intel Corp., Adobe Systems Inc., Intuit Inc. e Walt Disney Co. con il suo dipartimento Pixar Animation. Tutte queste corporazioni sono sospettate di fare cartello, accordandosi sulle politiche di assunzione e sugli stipendi versati ai propri lavoratori.

Le compagnie sotto accusa si difendono, dichiarando che la loro è unicamente una politica “non aggressiva”, nella quale non proibiscono ai propri impiegati di proporsi presso ditte concorrenti, ma da parte loro, non cercano di assumere presso compagnie nello stesso settore.

Lo scopo delle negoziazioni è di evitare un processo che non conviene a nessuno. L’accusa sicuramente avrebbe difficoltà nel dimostrare la consuetudine di queste pratiche e nel quantificare l’ammontare degli eventuali danni subiti dai lavoratori coinvolti. Dal canto loro, le corporazioni implicate vogliono evitare ad ogni costo la cattiva pubblicità di un processo pubblico e, in caso di giudizio sfavorevole, ulteriori ripercussioni. Infatti, nel caso di una condanna di Apple e delle altre corporazioni, potrebbero farsi avanti le parti lese, arrivando probabilmente nel lanciare una class action degli impiegati contro le compagnie.

Un accordo con il dipartimento di giustizia americano farebbe semplicemente terminare questa politica lavorale ed eviterebbe il tanto temuto processo a Google, Apple e le altre.

Questa questione degli accordi sottobanco per la politica delle assunzioni era già uscita fuori un anno fa, tra Apple e Palm. Nel settembre 2009, Steve Jobs avrebbe rimproverato Ed Colligan, il direttore generale di Palm, di assumere impiegati di Apple. Colligan avrebbe rifiutato l’offerta di un accordo con Cupertino, giudicandola “sfavorevole e sicuramente illegale”.

[Via Wall Street Journal | Foto Charles D.P. Miller]

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