I magazine su iPad sfonderanno in Italia? Intervista a Diego Belloni di Zinio



iPad sta rivoluzionando davvero il mondo dell’editoria? Questa è la prova del nove per l’ultimo gadget Apple, e non è facile dare una risposta. Anche perché ci sono differenze tra paese e paese. Magari negli Stati Uniti il settore dei magazine sarà tanto innovativo da completare con successo la transizione al digitale, ma in Italia accadrà lo stesso? Probabilmente nessuno è sufficientemente competente da dare risposte sicure, oggi. Il team di Zinio, però, ha sicuramente qualcosa da dire. Questo servizio offre da tempo i grandi magazine americani in una versione digitale, consultabile da diversi dispositivi come i PC e i Mac. Negli ultimi anni, però, Zinio ha sviluppato applicazioni anche per iPhone e iPad, delle edicole da cui acquistare e leggere i giornali, particolarmente piacevoli sullo schermo vivido di iPad. Parallelamente Zinio si è anche fatto strada in Italia, offrendo magazine celebri come Amica, Focus, Jack e Chip. Per intuire le prospettive future e per capire quali siano i timori degli editori italiani, abbiamo parlato con Diego Belloni, responsabile di Zinio in Italia.

Qual è l’attività di Zinio? E da quando è presente in Italia?
Zinio è un’edicola digitale, che consente di acquistare e leggere magazine in formato elettronico. È un progetto americano che ha preso piede alla fine degli anni 2000. Dalla fine del 2009 Messaggerie Giornali e Riviste ha stretto un accordo con Zinio, e di fatto la rappresenta in Italia.

In questi ultimi mesi Zinio ha potenziato il suo ruolo nel nostro paese. Già oggi dall’applicazione per iPad è possibile acquistare magazine noti, ma quali sono gli accordi stretti con le case editrici e quali sono le vostre prospettive di crescita?
Zinio ha da tempo un rapporto con Mondadori e Gruner+Jahr, recentemente abbiamo raggiunto accordi molto importanti come quelli con RCS e Domus. Attualmente sono in corso negoziazioni con piccoli e medi editori del paese.

Ma quanti magazine italiani arriveranno su Zinio?
Attualmente abbiamo circa 50 titoli e intendiamo raddoppiarli entro settembre-ottobre. Probabilmente chiuderemo l’anno avvicinandoci ai 150 titoli in lingua italiana.

A questi si aggiungono i magazine stranieri, che possono essere acquistati e letti anche in Italia…
Esatto: ora abbiamo circa 2,400 titoli delle più grandi case editrici. Copriamo oltre 40 paesi e serviamo più di 10 milioni di lettori nel mondo.

iPad sta cambiando il destino del magazine digitale? Perlomeno ha acceso l’attenzione dei protagonisti del settore?
Assolutamente sì: dal lancio di iPad il fatturato di Zinio è triplicato negli Stati Uniti e raddoppiato a livello europeo, sicuramente poi ha acceso l’attenzione del pubblico e degli editori.

Gli editori italiani hanno più paura di fare il salto o di rimanere fermi?

I timori per queste novità rimangono, ma c’è una maggiore determinazione ad affrontare la sfida. L’idea ormai diffusa è che questa evoluzione non sia più procastinabile: si percepisce la necessità di cambiare pelle. Questo però non è semplice… spesso è necessaria una vera e propria riorganizzazione per fare editoria digitale, e prima dell’iPad in pochi erano disposti ad affrontarla.

Perché molti editori italiani stanno scegliendo Zinio, per portare i magazine in versione digitale?
Ci sono diversi vantaggi. Per prima cosa l’edicola digitale significa anche sell-out globale, quindi vuol dire poter vendere facilmente il giornale ad un mercato mondiale. E poi con Zinio ci poniamo l’obiettivo di accompagnare l’editore nell’evoluzione al digitale, garantendo la portabilità anche ai device futuri. Il tutto con uno servizio che, nell’arco di due settimane, può portare il magazine attuale su dispositivi di telefonia mobile, computer, iPad, televisori… insomma a qualunque dispositivo abbia uno schermo. Il tutto a costi molto ridotti.

Tecnicamente cosa deve fare l’editore per trasformare il suo magazine cartaceo in una versione digitale per Zinio?
Il meccanismo è molto semplice, perché utilizziamo un PDF molto simile a quello che viene consegnato allo stampatore, ma con alcuni parametri tecnici aggiuntivi che consentono l’elaborazione digitale.

Spesso i magazine italiani in digitale vengono accusati di essere dei PDF “agli steroidi”. Zinio offre margini per una maggiore interattività e un miglior adattamento al mezzo?
Sicuramente: già oggi alcuni magazine americani hanno sperimentato con Zinio un’interattività più spinta. La piattaforma consente di accedere ai contenuti Internet e dà anche la possibilità di integrare video e multimedia. Questo dipenderà anche dalle capacità degli editori, che gradualmente si stanno organizzando per offrire contenuti speciali al lettore digitale. Noi abbiamo tutta l’intenzione di seguirli e accompagnarli in questa crescita.

In Italia l’abbonamento ai magazine non ha mai sfondato, anche per i ritardi cronici del servizio postale. Il digitale può essere una risposta significativa?
Su Zinio è possibile acquistare nuove copie e arretrati, ma anche sottoscrivere abbonamenti. Anzi, ad essere precisi, il 90% delle transazioni riguarda proprio gli abbonamenti. Gran parte di questi arriva poi da non residenti: pensiamo ad esempio agli italiani all’estero che vogliono leggere in italiano. Questi sono buoni indizi, per avere fiducia nel digitale.

Attualmente basta dire “iPad” per avere l’attenzione di giornali e lettori, ma non sarà sempre così. Saprete tenere accesa l’attenzione nei confronti del magazine digitale in Italia?
Zinio si concentra molto nei rapporti con i produttori di tecnologia: il nostro obiettivo è di essere presenti su nuovi dispositivi nel minor tempo possibile, dando la possibilità all’utente di leggere i suoi magazine indipendentemente dallo strumento scelto. Stiamo inoltre stringendo accordi con operatori di telefonia mobile, per rendere facilmente accessibile l’applicazione. Infine stiamo stringendo rapporti con grandi negozi online come IBS: presto sarà possibile acquistare i magazine digitali dallo stesso account che utilizziamo per acquistare libri fisici. Sono attività di marketing importanti, che renderanno sempre più noto questo strumento. E poi ci sono i social network: Zinio è pensato per agevolare il passaparola spontaneo.


Qual è il vantaggio di un’applicazione-edicola, come Zinio, rispetto ad un’applicazione ad hoc per un magazine, come Wired?
Per prima cosa l’applicazione di Zinio è gratuita per sempre. Questo consente all’utente di scaricarla, capire come funziona, magari leggere due o tre articoli gratuiti e poi acquistare. Inoltre la nostra è una piattaforma trasversale: un magazine acquistato su iPad può essere letto anche sul computer e in futuro su nuovi dispositivi che supporteranno un’applicazione Zinio. In ogni caso, va precisato, Zinio non entra in conflitto con il desiderio dell’editore di creare un’applicazione ad hoc: è possibile muoversi in entrambe le direzioni.

Su App Store molti utenti lamentano l’impossibilità di usare gli acquisti in-app per sottoscrivere abbonamenti. Per ora è necessario accedere al sistema di pagamento di Zinio. È un limite che avete intenzione di superare?
In effetti questo oggi può essere percepito con disagio, anche se dipende dalla necessità di garantire la centralità della piattaforma. In futuro, comunque, ci concentreremo su sistemi di pagamento diversificati, che semplificheranno ulteriormente l’acquisto.

Possiamo immaginare un futuro in cui i costi dei magazine saranno tanto ridotti da consentire la sviluppo di giornali esclusivamente digitali, come sembra stia accadendo con Gourmet Magazine? O magari dando la possibilità di testare un magazine in digitale prima di proporlo in una versione cartacea…
Sicuramente, già oggi sta accadendo: negli Stati Uniti esistono gruppi editoriali con titolo solo digitali. Un esempio a cui tengo particolarmente è quello di VIVMag, un femminile di moda nato esclusivamente per il web: un progetto che si è legato molto a Zinio e che ha avuto un grande successo. In Italia, nel nostro piccoli, alcuni editori stanno già sperimentando titoli adattati al pubblico del web, e presto potrebbero arrivare sorprese dai grandi gruppi editoriali.

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