Brevetti Apple: è questo il display sensibile alla pressione di iPhone 6?

Un brevetto recentemente depositato da Apple sembra costituire la prova delle indiscrezioni dei giorni scorsi, riguardo un iPhone 6 con display curvo e sensibile alla pressione delle dita.
Un brevetto recentemente depositato da Apple sembra costituire la prova delle indiscrezioni dei giorni scorsi, riguardo un iPhone 6 con display curvo e sensibile alla pressione delle dita.

All’inizio della settimana, Bloomberg aveva diffuso una succulenta indiscrezione secondo cui Apple sarebbe al lavoro su di un iPhone 6 con display curvo e sensori touch capaci di distinguere i differenti gradi di pressione delle dita. E oggi, neanche a farlo apposta, arriva una conferma indiretta a questa tecnologia. In particolare, parliamo del brevetto numero 8.581.870, intitolato non a caso “Pulsante sensibile al tocco con due livelli” e che potrebbe preludere ad una nuova metodologia di input per i dispositivi iOS.

In generale, il documento parla per lo più di “pulsanti” e non di display, ma seppellita in fondo al documento c’è una dicitura in piccolo che ne estende la funzionalità anche ai comuni schermi touch; come dire, la cosa a livello teorico è perfettamente praticabile. Il tutto funziona attraverso un pannello superiore capacitivo in grado di percepire posizione, movimento e numero delle dita, e una membrana inferiore capace di riconoscere “soglie multiple di pressione.” Ciò consente al sistema di determinare ad esempio se un pulsante è stato premuto a destra o a sinistra, quanto in profondità, e di produrre un output adeguato nell’Interfaccia Utente (tipo: apertura di un’app, regolazione del volume o spostamenti del cursore).

Tra l’altro, il metodo qui sviluppato permette pure di risparmiare sulla batteria dei dispositivi, visto che il sensore touch resta disattivato o in standby fintanto che non avviene una pressione fisica sul meccanismo.

Il brevetto in questione è molto diverso da quello dell’iPhone flessibile e comprimibile, ma alcuni concetti di fondo restano i medesimi. Come al solito, non è detto che una simile tecnologia possa davvero comparire sulla prossima generazione di telefoni, ma è indubbio che a Cupertino si stia indagando a fondo sulla possibilità. Il documento porta in calce le firme di Louis W. Bokma, Joseph R. Fisher Jr. e Saket Vora.

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